Né con questo stato né con le BR
di Leretico

Le Brigate Rosse sono state uno dei mali pi gravi che l'Italia ha avuto dopo la fine della seconda guerra mondiale...

 
...Trovare ancora qualcuno che per impaurire l'opinione pubblica lascia volantini con la famosa stella a cinque punte fa molto pensare. Quando poi qualcun altro comincia a sparare cercando di far fare alle persone il collegamento psicologico con gli anni di piombo solo per alzare il livello, per legittimare in qualche modo l’atrocità dei propri atti, siamo alla doppia negatività.
Due negatività non fanno una positività, anzi il contrario.
Negli anni ‘70 la guerra fredda da un lato e l'ideologia imperante dall'altro, generarono il mostro del terrorismo.
Mettiamoci anche la moda del rivoluzionario e la sensazione che la cosiddetta classe operaia fosse pronta per la "rivoluzione" e il terrore fu servito, cosa che ancora turba i nostri sogni.

Oggi ci troviamo ad attraversare un mare altrettanto tempestoso, forse più difficile degli anni di piombo che pur furono efferati e oscuri, per effetto di una contingente situazione economica decisamente diversa.
Il PIL reale in percentuale negli anni ‘70 era in l'Italia mediamente del 3,6%, un sogno a confronto di quanto abbiamo avuto nella prima decade del 2000: solo lo 0,7% medio.
È vero, nei primi anni ‘70 ci fu lo shock petrolifero che creò non pochi problemi e attriti, e fece aumentare la tensione sociale. In quegli anni turbolenti e di malcontento, il bubbone del terrorismo uscì con grandi tormenti per le famiglie degli uccisi e per gli strascichi politici che ancora oggi viviamo.

Oggi la situazione è economicamente diversa e peggiore, la struttura produttiva italiana non sembra in grado di ritrovare quella spinta che permise, dopo la crisi degli anni '70, il boom degli anni '80, perché l'Italia di oggi è oberata dal peso di carrozzoni impresentabili e inutili, da inefficienze inenarrabili che nessuna riforma ha mai voluto toccare.
Solo la riforma delle pensioni è stata più volte pensata e attuata, anche se parzialmente, ma unicamente perché i pensionati sono la parte più debole della società e non godono della protezione di nessuna lobby. 
Altre lobbies come quella bancaria e finanziaria sanno perfettamente come tutelare in parlamento e fuori, sia nel governo che in altre istituzioni di potere, i propri interessi.

Ma adesso c' è poco da scherzare, questi terroristi che inneggiano all'anarchia e alla rivoluzione hanno cominciato di nuovo a sparare.
 Nell'era di internet e delle comunicazioni iper-veloci, nessuno si aspettava questi fatti di sangue. Nessuno credeva che esistessero ancora dei fanatici di quel calibro.
L'inno alla lotta armata pensavamo di averlo lasciato a Moretti, a Franceschini e ai suoi compagni, invece ci perseguitano ancora, con la Lioce e con quest’ultimi uomini senza costrutto.

Ebbene, i politici, se ancora ce n’è qualcuno, dovrebbero meditare profondamente su questi fatti e sugli assalti a Equitalia di questi giorni.
La gente è stanca di vessazioni ed è stanca di vedere che da un lato gli esattori sono terribilmente cechi di fronte ai drammi familiari che provocano, mentre i partiti stanno a discutere se prendere o non prendere le decine di milioni di euro dei rimborsi elettorali, da investire poi in diamanti e oro.
La crisi economica accentua la rabbia, che ha bisogno di essere incanalata e raffreddata con scelte coraggiose per l'intero paese. Non lasciamo che questo malessere venga cavalcato da falsi rivoluzionari che credono ancora nello stalinismo più retrogrado o nel comunismo cambogiano.

Diamo un segnale di equità e di buon senso a chi è disperato dando segni tangibili dell'impegno verso i cittadini. Questo si fa togliendo di mezzo le strutture inutili, tutti quegli enti e comitati pieni di amministratori trombati e riciclati che non sanno come fare a prendere uno stipendio e lo ottengono tramite le amicizie politiche, rubandolo ai cittadini ignari di questi meccanismi economici.
Eliminiamo tutte le consulenze esterne milionarie che sono il risultato di clientelismi atavici, e vedremo che qualche risorsa per i giovani e per le reali politiche di sviluppo si possono trovare.

Come mai le strutture inutili create negli anni passati non si riescono più a smantellare?
Sono convinto che tutte le strutture fisiche e fisicamente costose per lo stato sono figlie di rapporti politici, sono il risultato di scambi e di relazioni consolidate che mettono insieme, nel sottobosco, destra sinistra e centro. Il motivo per cui ancora resistono è che in fondo convengono ai più, i quali fanno di tutto per mantenere le posizioni guadagnate, anche se a rimetterci sono i più deboli come i giovani e gli anziani.
Ci vorrebbe veramente una nuova politica per cambiare tutte queste cose alla radice, ma prima bisognerebbe lasciare a casa i politici di oggi smantellando innanzi tutto il modello di gestione del potere che li fa forti: la struttura di relazioni che governano e che permette loro, pur andando contro la legge attraverso corruzione e concussione, di rimanere comunque al loro posto.
Non facciamo gli indifferenti rispetto a queste questioni di base, non lasciamo ai terroristi la possibilità di convincersi ancora di più che è con le armi, con il sangue che si risolvono questi problemi.

I problemi si risolvono con cognizione di causa e rifondando il patto che c’è tra politica e cittadino.
Questo patto non può essere solo di tipo economico, anche se da molto tempo le elezioni si vincono quasi esclusivamente su temi economici, quando non si vincono su temi legati alla sicurezza.
Ripeto, non ci può essere e non ci dovrebbe essere solo una relazione economica tra politico e cittadino, ma un patto legato a valori più alti, interiori alla persona, che rispondano anche alla spiritualità della gente, al senso del bene per il bene.
Sappiamo dove porta un'economia senz'anima, quali disastri genera. I valori, quelli che la politica deve portare avanti, devono essere quindi altri.
Questo stato da tempo non ha più la credibilità necessaria per difendere e promuovere queste tesi. Un giorno Leonardo Sciascia, forse citando un articolo di “Lotta continua”, disse di non voler stare né con lo stato né con le BR. Fu ovviamente frainteso e strumentalizzato.
Lo scrittore siciliano intendeva esattamente di non voler stare con il terrorismo ma nemmeno con lo stato gestito dai partiti di allora.

Oggi, anche noi come Sciascia, non siamo per questo stato, che non rispetta i termini di pagamento verso i suoi fornitori di beni e servizi, che vessa i cittadini con la sue agenzie delle riscossioni e delle entrate per finanziare le sue strutture inutili e malate, questo stato che fa morire i bambini negli ospedali per mancanza di impianti elettrici sostitutivi durante semplici operazioni di appendicite, questo stato che si mette il diritto sotto i piedi ogni giorno pur di fare cassa, questo stato forte con i deboli e debole con i forti, questo stato che la gente non vuole più.

Le persone vogliono riappropriarsi degli elementi basilari di fiducia che i politici sembrano ignorare totalmente. Hanno bisogno di capire che chi regge la cosa pubblica lo fa in maniera disinteressata, perché tiene di più alla realizzazione del bene comune che al proprio interesse. I grandi leader, i veri leader nella storia hanno saputo incarnare questi valori e hanno cambiato il pensiero di milioni di persone.
Noi abbiamo bisogno di questi uomini, non di queste ombre che si aggirano impunite nel Palazzo di pasoliniana memoria.

Leretico
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