L'incontinenza urinaria femminile
di Giuliano Maffetti

Si definisce incontinenza urinaria l'emissione involontaria di urina attraverso l'uretra in luoghi ed in tempi inappropriati, di grado tale da costituire un problema igienico e sociale.

 

L’incontinenza urinaria è una malattia comune, per lungo tempo ignorata da pazienti e medici.
E’ stata frequentemente considerata una conseguenza naturale dell’invecchiamento ed un problema inevitabile con cui la donna deve convivere. Tutti gli studi epidemiologici concordano nel rilevare che l’incontinenza urinaria è un problema sottostimato, sia per la riluttanza della paziente a farne menzione, sia per l’errata convinzione, peraltro molto diffusa, che i rimedi siano inefficaci.
 
“E’ propria della donna”, “E’ una conseguenza del parto”, “E’ l’età”.
 
Queste comuni asserzioni popolari sono purtroppo accettate sia dal medico che dalla paziente.
Non è infrequente visitare pazienti incontinenti da anni che adottano come unico presidio al loro disturbo i pannoloni.
 
La prevalenza dell’incontinenza urinaria (cioè la percentuale del numero dei casi che si verifica in una determinata popolazione in un determinato periodo) è mediamente del 30%.
La prevalenza di forme severe di incontinenza con perdite urinarie molto frequenti varia nelle statistiche dal 3 all’11%.
Per quanto attiene l’età di comparsa del disturbo vi sono tre principali picchi di incidenza: uno in corrispondenza dei 40 anni (20-30%), uno più ampio in corrispondenza dei 60 anni (30-50%) ed una presenza costante del problema oltre i 60 anni (30-60%).
 
Vi sono vari tipi di incontinenza. Per semplicità citerò le due più frequenti: l’incontinenza da stress o da sforzo e l’incontinenza da urgenza.
Queste forme possono esser presenti contemporaneamente.
L’incontinenza da stress, indica una perdita di urina sotto sforzo (deambulazione, colpi di tosse, starnuti, eccessi di riso).
L’incontinenza urinaria da urgenza indica una perdita involontaria d’urina dovuta ad un forte stimolo minzionale incontrollabile.
 
L’incontinenza urinaria da stress ha storicamente tra i fattori di rischio la gravidanza, il parto, la menopausa e lo stato anatomico del basso apparato urinario.
Ancor oggi, tuttavia, non sono chiari i meccanismi che legano queste condizioni della donna all’incontinenza urinaria.
Esiste anche una predisposizione naturale all’incontinenza da stress dovuta alla mancanza quantitativa e qualitativa di collagene, che è responsabile della resistenza del tessuto connettivo che circonda l’uretra e che permette la continenza.
 
Uno dei miti da sfatare è che l’incontinenza urinaria sia sempre legata alla presenza di un prolasso genitale.
Ciò non sempre è vero: vi sono donne che non hanno prolasso (o presentano un minimo prolasso) che sono incontinenti e donne che presentano un prolasso anche accentuato che non sono incontinenti. Il problema non riguarda, quindi, la presenza o meno di un prolasso genitale, ma un’alterazione del meccanismo sfinteriale o del supporto posteriore dell’uretra.
 
L’incontinenza da urgenza può essere dovuta ad un problema neurologico o ad un problema muscolare.
In entrambi i casi l’incontinenza urinaria è dovuta ad una ipercontrattitilità del muscolo vescicale, non controllabile dalla volontà della donna.
 
Come è stato sopra riportato, l’incontinenza da sforzo e l’incontinenza da urgenza sono dovute a cause diverse e per questo richiedono terapie diverse. In particolare la prima si avvale di una terapia chirurgica, la seconda di una terapia farmacologica.
 
La terapia chirurgica negli ultimi anni ha fatto notevoli passi in avanti: oggi con tecniche mininvasive e con interventi di breve durata, eseguibili in anestesia spinale o con anestesia locale e sedazione, è possibile inserire al di sotto dell’uretra una piccola benderella di tessuto sintetico a sostegno della stessa che permette nella quasi totalità dei casi di riacquistare la continenza durante gli sforzi. Gli studi statistici hanno evidenziato la persistenza della continenza in un numero elevato di casi trattati anche a distanza di vari anni dall’intervento.
 
L’incontinenza urinaria da urgenza invece si cura con l’uso di farmaci.
Quelli che oggi sono maggiormente in uso appartengono alla famiglia degli anticolinergici ed in genere hanno una buona efficacia nel ridurre le contrazioni involontarie del muscolo vescicale.
Sono farmaci che, oltre ad importanti controindicazioni, presentano alcuni problemi: possono dare stitichezza e secchezza delle mucose (in particolare quella del cavo orale), hanno un buon effetto sul breve periodo ma non sul lungo e pertanto devono essere assunti cronicamente, hanno un discreto costo (i prodotti più recenti che hanno minori effetti collaterali costano circa 70 € al mese), cosa che rappresenta la causa principale dell’abbandono della terapia soprattutto per i ceti meno abbienti.
 
Nell’ambito della terapia, da ultimo ma non per questo di minore importanza, vi è la riabilitazione del pavimento pelvico e la rieducazione vescicale.
In generale queste forme di terapia sono semplici, poco costose, prive di effetti collaterali e soprattutto non precludono successive differenti scelte di trattamento. Ma perchè queste abbiano una buona percentuale di successo è necessario che si realizzino due condizioni: la prima che la diagnosi sia corretta, la seconda che vi sia una piena adesione della paziente alla proposta terapeutica. Le forme che si avvantaggiano maggiormente della terapia conservativa sono l’incontinenza da sforzo di grado lieve e moderato e l’urgenza minzionale, la quale può essere meglio controllata con alcuni esercizi che inibiscono le contrazioni involontarie vescicali.
 
La condizione essenziale tuttavia perchè questo tipo di terapia abbia vantaggi è che vengano eseguiti a domicilio gli esercizi appresi durante il corso. In genere sono sufficienti quindici minuti al giorno per mantenere in allenamento i muscoli che permettono la continenza.
Per una diagnosi corretta e per la terapia più opportuna è necessario fare accertamenti approfonditi. Le prove urodinamiche permettono di differenziare le varie tipologie di incontinenza urinaria e di valutarne il grado di gravità.
 
Dai primi anni novanta presso l’Ospedale di Gavardo è presente un Centro di Uroginecologia nel quale si affrontano, tra l’altro, i problemi d’incontinenza urinaria femminile.
Il Centro offre tutte le possibilità diagnostiche e le terapie necessarie quali la riabilitazione del pavimento pelvico, gestita da tre infermiere specializzate in questo settore, il controllo nel tempo della terapia medica e interventi chirurgici mininvasivi per la terapia dell’incontinenza urinaria da sforzo.

Dr. Giuliano Maffetti
Direttore U.O. Ostetricia-Ginecologia
Ospedale di Gavardo
Azienda Ospedaliera di Desenzano d/G
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