Ubi Banca, bilancio approvato
di Giancarlo Marchesi

Non sono mancate le critiche alla governance all'assemblea dei soci Ubi Banca tenuta sabato alla Fiera di Brescia.

C’era la folla delle grandi occasioni sabato scorso alla Fiera di Brescia per l’assemblea di UBI Banca, l’Unione di Banche Italiane, il quarto gruppo bancario per capitalizzazione di Borsa e quinto per numero di sportelli.

Negli ampi padiglioni della Fiera si sono ritrovati oltre duemila azionisti dell’istituto di credito che conta tra le proprie otto banche rete il Banco di Brescia, realtà radicata nel territorio valsabbino e gardesano.

Sui dati di bilancio 2011 presentati ai soci dal presidente del consiglio di gestione, Emilio Zanetti, ha inevitabilmente pesato il momento estremamente difficile che l’economia mondiale e italiana, in particolare, stanno attraversando da lunghi mesi. Non è un caso in fatti che per la prima volta dal 2007, anno dell’integrazione di BPU Banca e Banca Lombarda Piemontese, il bilancio d’esercizio UBI chiuda in perdita, un segno meno pari a 1,8 miliardi di euro.

Nonostante questa performance negativa, Zanetti ha voluto rassicurate la compagne sociale sulla adeguatezza patrimoniale del gruppo, tanto che il presidente ha ricordato che tutti i coefficienti patrimoniali fanno registrare nel 2011 un miglioramento rispetto all’esercizio precedente: il Core Tier 1 si è in fatti attestato all’8,56%, contro il 6,95 di fine 2010, mentre il Total capital ratio si è portato al valore percentuale del 13,5 a fronte del precedente 11,17. Alla luce di questi coefficienti, Zanetti ha apertamente dichiarato che il gruppo esclude qualunque nuova operazione di aumento di capitale, dopo quella varata lo scorso anno.

Nella sua relazione Zanetti ha poi rivendicato il fatto che il gruppo possieda una struttura di bilancio equilibrata: la raccolta totale sfiora i 175 miliardi di euro, di cui 103 di raccolta diretta e 72 miliardi di raccolta indiretta. Dal lato degli impieghi verso la clientela, a fine dicembre 2011 questi ultimi erano prossimi a 100 miliardi, con un rapporto impieghi/raccolta pari al 97 per cento.

Sotto il profilo del rischio, ha evidenziato come il gruppo UBI non evidenzi alcuna esposizione sovrana verso Paesi a rischio: Grecia, Portogallo e Irlanda. Sulla qualità dei finanziamenti erogati dal gruppo, il rapporto sofferenze/impieghi, al lordo delle rettifiche, si è attestato al 4,27 per cento, una percentuale migliore rispetto al dato medio del sistema bancario nazionale (6,24%).

Alla luce della solida struttura patrimoniale, e come segno di apprezzamento per i sostegno che i soci hanno dimostrato, il consiglio di gestione presieduto da Zanetti ha proposto all’assemblea la distribuzione di un dividendo  unitario di 0,05 euro alle 900.546.759 azioni ordinarie in circolazione,per un monte dividenti pari a 45 milioni di euro che, a fronte della perdita d’esercizio, verranno attinti dalle riserve straordinarie.

Al termine della relazione del presidente, è iniziata la lunga serie di intereventi degli azionisti: una quarantina di soci si sono succeduti sul palco per porre domande, chiedere chiarimenti e criticare, in molti casi anche duramente, l’operato del gruppo nel corso del 2011.

Non pochi dei soci iscritti a parlare hanno evidenziato la pesante rettifica di valore (pari a 112, 5 milioni) subita sulla partecipazione che il gruppo detiene in Intesa San Paolo, che ha inevitabilmente pesato sul conto economico. Ezio Falco, presidente della Fondazione Cassa di risparmi di Cuneo, ha invece evidenziato come il dividendo stia svanendo. Altri, come il socio Silche, hanno portato la loro attenzione sull’elevato numero di consiglieri d’amministrazione presenti nelle varie società del gruppo. Un rappresentante sindacale, il socio Citterio, ha sottolineato come il compenso riconosciuto al Top Management di UBI banca sia più elevato di quello corrisposto alle analoghe figure dalla prima banca italiana, l’Unicredit. Giorgio Jannone, deputato e imprenditore bergamasco, presidente dell’Associazione azionisti di UBI Banca, ha posto l’attenzione, tra l’altro, sulla negativa performance registrata dal titolo UBI in Borsa, e ha chiesto alla presidenza un rinnovamento per porre in atto necessari correttivi.

Gli interventi critici di alcuni dei soci non hanno tuttavia inciso sull’esito delle votazioni: su 3.480 azionisti presenti in proprio o per delega, solo 19 hanno bocciato i risultati di bilancio e la proposta di dividendo. L’assemblea ha inoltre approvato l’ingresso nel consiglio di sorveglianza del gruppo di Enrico Minelli e Armando Santus, che prendono il posto dei dimissionari Giovanni Bazoli e Alessandro Pedersoli che hanno lasciato UBI per effetto dell’entrata in vigore della legge sui doppi incarichi.

Dalla lettura del Bilancio UBI, per l’area di riferimento della nostra testata, è da registrare la chiusura da febbraio 2012 degli sportelli che il Banco di Brescia aveva a Barghe e Lodrone, frazione di Storo, nonché la vendita della partecipazione azionaria che il gruppo UBI deteneva in Banca Valsabbina (1,7 milioni di euro, valore contabile a dicembre 2010), derivante dal consolidato rapporto di collaborazione che l’istituto di credito valsabbino vantava con il vecchio CAB (Credito Agrario Bresciano), confluito nel Banco di Brescia.

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