Ma davvero non ci si riesce?
In merito al mancato avvio della IV Ginnasio al Fermi di Salň ci scrive uno dei ragazzi che vorrebbe frequentarla.

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Salve, sono Michele Motta, uno degli iscritti alla classe IV ginnasio del liceo Classico di Salò che, come forse saprete, non sarà attivata per mancanza di iscritti (solo sedici sui venti previsti).
In realtĂ , giĂ  verso la fine della seconda media avevo deciso di iscrivermi al liceo scientifico, dato che effettivamente le materie che piĂą prediligo sono le scienze naturali, la fisica e la matematica.
Ma ancora dovevo informarmi sulle scuole e su cosa offrivano veramente.
 
Dopo aver confrontato i quadri orari dei vari licei mi accorsi che effettivamente non c’era una gran differenza tra lo scientifico e il classico: allo scientifico si concentrano più ore nello studio della matematica e della fisica mentre al classico queste ore sono dedicate allo studio del greco e ad  un approfondimento della cultura latina.
Inoltre, frequentando il laboratorio di potenziamento di Latino nella mia scuola media, ho avuto modo di avvicinarmi e appassionarmi sempre piĂą allo studio del latino, una vera e propria palestra per il cervello (altro che matematica!).
Tutto questo contribuì a farmi sorgere dei dubbi riguardo la scuola che avrei frequentato l’anno prossimo.
Alla fine, dopo tante riflessioni, decisi di intraprendere il cammino del liceo classico e di dedicarmi alle discipline scientifiche più tardi, all’università.
 
Quando mi arrivò la notizia del mancato numero di iscritti rimasi costernato, dato che all’Open Day del liceo eravamo stati rassicurati che quest’anno, a giudicare dal numero approssimativo dei partecipanti presenti, gli iscritti c’erano eccome! Fu un vero colpo al cuore.
Inoltre ci hanno avvisato solo il 29 febbraio e ci diedero come termine ultimo per iscriverci ad un’altra scuola il sabato successivo, un lasso di tempo troppo esiguo per una scelta così importante e determinante della nostra vita. Alla fine io tornai sui miei passi e decisi di iscrivermi al liceo scientifico sempre lì a Salò, dato che come altri licei classici nei dintorni ci sono solo il Bagatta di Desenzano, a distanza ancora ancora umana, e l’Arnaldo di Brescia, quest’altro invece decisamente troppo lontano. Durante le mie considerazioni in merito alla scuola da scegliere in alternativa ho maturato alcune riflessioni:
 
Innanzitutto, non vedo proprio perché se ci sono i mezzi per fare una classe di venti alunni, non si può fare se sono “solo” sedici.
Capisco che non sono tanti, ma per certi versi può costituire un vantaggio. Poi al liceo di Salò fanno capo molti ragazzi che risiedono in comuni montani.
Per loro già deve essere piuttosto scomodo raggiungere Salò, figuriamoci Brescia! Nel migliore dei casi si allunga drasticamente il soggiorno in autobus, in altri casi invece non esistono proprio linee di trasporti pubblici per presentarsi in tempo utile alle lezioni, il che vuol dire che costoro dovranno per forza cambiare indirizzo di studio, soffocando il sacrosanto diritto della libertà di scelta.
 
Per me cambiare non costituisce un grosso sacrificio, ma capisco che qualcun’ altro che in matematica non ne azzecca una ma che vuole dedicarsi allo studio delle materie letterarie, cambiare non è proprio il massimo.
In più a rimetterci non siamo solo noi che, purtroppo, non possiamo accedere alla scuola che più ci si addice, ma a tutta la comunità perché vengono immancabilmente a mancare persone dotate della cultura e della mente aperta che fornisce solo il liceo classico.
 
Capisco che tra i motivi della soppressione della classe ci siano anche quelli economici (sebbene, a quanto mi risulta, non è una delle motivazioni ufficiali).
E’ un momento duro per (quasi) tutti, e molti fondi del liceo dall’anno prossimo punteranno anche al nuovo indirizzo, quello di scienze applicate, che sarà aperto al liceo Fermi.
Ma davvero non si riescono a mettere insieme i soldi per fare una misera classe di liceo classico?
Mi auguro che la campagna di protesta dei nostri genitori, miei e degli altri quindici iscritti, non sia vanificata dalle leggi inflessibili, dalla burocrazia e dalla chiusura mentale. Sarebbe un vero peccato perdere una tale ricchezza nel nostro territorio.
 
Michele Motta
 
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