I soldi ci sono
di Ubaldo Vallini

Non è più un problema di finanziamenti. I lavori per la messa in sicurezza della Rocca d'Anfo possono proseguire. Però l'intera area rimane interdetta.

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Duecentocinquantamila euro ce li mette il Demanio, i 150 mila che ancora mancavano all’appello li hanno individuati metà per ciascuno nei loro bilanci Provincia e Comunità montana.
Insomma: il terzo intervento da 450 mila euro che renderà la Rocca d’Anfo nuovamente visitabile è in grado ora di passare alla fase degli appalti.
 
L’accordo di programma è giunto al termine di una riunione che ha avuto luogo ieri in Prefettura a Brescia, presenti fra gli altri l’assessore provinciale Giorgio Bontempi e il presidente della Comunità montana di Valle Sabbia Ermano Pasini.
Ora la scommessa è quella di fare in modo che il monumento storico possa tornare ad aprire al più presto, meglio se già nei prossimi giorni.
 
Lo scoglio formale è l’ordinanza di chiusura sottoscritta dal sindaco di Anfo Gianpietro Mabellini, che è in vigore ormai da un anno.
Era stata emanata in seguito alla diffida ricevuta dal Demanio, che in Rocca è ancora il padrone di casa e aveva ordinato che non si entrasse per nessun motivo.
«Non c’è problema – ha detto Mabellini -. Se il Demanio adesso mi dice che sono venute meno le condizioni che ci obbligavano alla chiusura, noi quell’ordinanza la stracciamo. Nel frattempo aspettiamo tutti quanti, perché io quella responsabilità non me la prendo».
 
Terzo intervento, dicevamo: sempre con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei versanti, gli altri due hanno interessato la parte Nord del vasto territorio sul quale sorge la fortezza che fin dai tempi della Serenissima domina l’Eridio.
Una sua rivalutazione a fini turistici e culturali è nei piani da parecchio tempo e certo per l’economia turistica della Valle Sabbia sarebbe un toccasana.
Negli anni in cui è stata anche solo visitabile, grazie ad alcuni interventi strutturali e all’impegno di molti volontari, la Rocca ha dimostrato infatti di essere all’altezza delle potenzialità che le vengono riconosciute, accogliendo migliaia di visitatori sempre entusiasti per l’esperienza vissuta a contatto con la natura e la storia.
 
Un’altra estate di chiusura, senza nemmeno la possibilità per i volontari di entrare e tener vivi i vari passaggi, e sgomberi dalla vegetazione i sentieri che vi si inoltrano per chilometri, causerebbe uno spiacevole salto indietro, al tempo in cui la Rocca era solo un rudere.
 
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