60mila euro per l'organo di Santa Maria
di val.

Un contributo sostanzioso da parte della Comunitŕ montana Valle Sabbia č stato consegnato nei giorni scorsi al parroco di Gavardo don Giacomo Bonetta: 60 mila euro per il recupero i il restauro del prezioso organo della chiesa gavardese di Santa Maria.

E’ un contributo decisamente sostanzioso, quello che la Comunità montana di Valle Sabbia ha deciso di consegnare nei giorni scorsi nelle mani del parroco di Gavardo don Giacomo Bonetta.
Si tratta di 60 mila euro, da destinare al recupero e al restauro del prezioso organo della chiesa gavardese di Santa Maria, quella adiacente al convento delle Orsoline che ospita parte della scuola materna ed elementare gestite dalla parrocchia, già oggetto di sovvenzione da parte dell’ente sovraccomunale.

L’imponente strumento musicale, che era stato sistemato per l’ultima volta dai Tonoli nell’Ottocento su una precedente struttura, al pari del monastero era stato sconquassato dal terremoto del 2004. La violenza del sisma aveva addirittura fatto rovinare a terra alcune delle preziose canne di stagno.

“Abbiamo accolto volentieri la sollecitazione che ci è giunta dalla parrocchia di Gavardo – ha detto l’assessore comunitario alla Cultura Emmanuele Vezzola nel commentare la consegna dell’assegno -. Per la chiesa di Santa Maria i lavori sono già in corso, non comprendono il restauro dell’organo, motivando questo sostegno che la Comunità montana ha voluto inserire in quella sua tradizionale sensibilità per le opere artistiche ed architettoniche della Valle. Come del resto è già avvenuto anche in altre occasioni, anche nel passato”.

Don Giacomo prevede di completare il recupero dell’intero edificio entro il 2.008 e promette la massima disponibilità degli ambienti, eccezionali dal punto di vista acustico, per accogliere mostre, meglio ancora concerti.

“L’organo possiede 20 registri alcuni dei quali di particolare pregio, come i claroni e i bassi – ci ha detto il prof. Angelo d’Acunto, studioso esperto della cultura valsabbina -. L’intervento che si è concluso nel 1819 da parte dei Tonoli, prestigiosa famiglia di organari, ne aveva fatto uno strumento particolarmente adatto per l’esecuzione di brani musicali dell’epoca. Non vedo l’ora di poterne nuovamente apprezzare le sonorità”.
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