Perde il controllo della moto e muore
di Ubaldo Vallini

In un tragico incidente a Muscoline, nel tardo pomeriggio di ieri, ha perso la vita un imprenditore 41enne di Calvagese.

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La via Guglielmo Marconi entra in discesa nel centro di Muscoline, per chi arriva dalla parte di Morsone.
Appena prima della parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta lo fa con una curva abbastanza secca che gira a sinistra.
Chissà quante volte Renato l’aveva percorsa con la sua moto.
Ieri sera è stata l’ultima.
 
Un sorpasso oltre la riga continua, poi quel maledetto ritardo nella frenata, oppure un errore scalando la marcia.
Fatto sta che sotto le ruote della sua Honda Hornet l’asfalto è finito troppo alla svelta.
E quando hanno incontrato il marciapiede la moto si è impennata e l’ha disarcionato, facendolo andare a sbattere dritto contro uno dei pini che crescono oltre il muretto di sassi.
 
E’ morto così Renato Favalli.
Lo scorso 10 gennaio aveva compiuto 41 anni e faceva l’imprenditore nel campo delle impalcature per l’edilizia.
La Hornet ha avuto ancora un sussulto, ha spianato un palo sul quale era appeso uno specchio da incrocio e si è fermata pochi metri dopo, anche lei muta per sempre.
 
Renato abitava a Calvagese, in via Prati al civico numero 2.
E’ morto davanti agli occhi dell’incolpevole automobilista che viaggiava nella sua stessa direzione a bordo di una Peugeot e che si è visto superare, prima di assistere alla caduta.
E davanti agli occhi dell’amico Giorgio. Più che un amico, un fratello, che lo seguiva su una Honda Cbr e ieri non riusciva proprio a darsi pace: «Un attimo fa era vivo» continuava a ripetere e a ripetersi.
Quasi fosse possibile in quel modo tornare indietro, anche solo di un momento, quel tanto abbastanza per trovare il modo di evitare la tragedia.
 
Come i due avevano fatto altre volte, dopo il lavoro si erano decisi a farsi un giro in moto, di quelli a corto raggio, con tante soste.
L’ultima in un locale di Morsone ed erano da poco ripartiti in direzione di Gavardo.
Al momento della caduta mancava un quarto d’ora alle 18.
 
Il resto è cronaca uguale a quella di altri mille incidenti: l’intervento di un’ambulanza dei Volotari del Garda, l’elicottero che si alza da Brescia e atterra nel vicino campo sportivo. La corsa dei medici per l’obbligatorio tentativo di rianimazione.
Tutto purtroppo drammaticamente inutile.
Renato Favalli era probabilmente morto sul colpo. Troppo gravi le ferite riportate nell’urto contro l’albero.
 
Sul posto per i rilievi sono intervenute due pattuglie della Stradale di Salò che hanno ascoltato a lungo i testimoni per ricostruire l’accaduto nei minimi particolari.
Mani pietose hanno ricomposto la salma nell’obitorio dell’ospedale di Gavardo.
Prima che arrivasse il buio c’era già anche il nulla osta dell’autorità giudiziaria per la sepoltura, come avviene quando si stabilisce che uno ha fatto tutto da solo.
 
Ma non stava lì il problema di quelle ore.
Difficile era sostenere la compagna di Renato, che qualcuno è andato a prendere a casa e la stava accompagnando all’ospedale, ignara di quanto fosse successo realmente.
Difficile è stao andare a dirlo ai due anziani genitori.
 
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