Una nuova casa per il gruppo vobarnese
Il gruppo alpini di Vobarno può festeggiare gli 80 anni di nascita con la nuova e attesissima sede: una realizzazione importante ma impegnativa: per chiudere in conti mancano infatti all’appello 250 mila euro.

Il gruppo alpini di Vobarno può festeggiare gli 80 anni di nascita con la nuova e attesissima sede: una realizzazione importante ma impegnativa: per chiudere in conti mancano infatti all’appello 250 mila euro.

Parliamo di una avventura iniziata nel 2000: «Grazie all’allora sindaca Marina Corradini - ricorda il capogruppo Giuseppe Faccinato - ci venne assegnato il terreno necessario: un vecchio cimitero di proprietà comunale bonificato ancora prima del secondo conflitto mondiale, concessoci gratuitamente per 30 anni rinnovabili».

La nuova sede era attesa già nel 2004. Ma poi arrivarono il terremoto, la mancanza di soldi e altri intoppi. Insomma: il completamento è avvenuto solo nel giugno scorso. Prima di questa collocazione, la sezione Ana, che conta 198 tesserati e una trentina di «amici», poteva contare sulla casa in località Isolabella; ma ci sono stati anche tre anni senza locali, fino appunto all’apertura del nuovo spazio in via Irene Rubini Falck.

Il locale è costato circa 400 mila euro: 150 mila sono arrivati dalla Comunità montana, e il Comune ha donato il terreno. Dalle casse della sezione sono usciti altri 25 mila euro, «e ora noi - continua Faccinato - dobbiamo darci da fare per trovare il resto, ricorrendo sia alla generosità alpina, sia a quella vobarnese e valsabbina in generale. Nel frattempo abbiamo coperto il debito con un fido bancario».

Ma il gruppo locale è alle prese anche con un altro problema: «Vobarno è sempre stata zona di reclutamento alpino - prosegue il capogruppo -, ma oggi questa identità si sta perdendo. La naja non c’è più, ed è così che nel nuovo millennio non ci sono stati più nuovi tesserati».

Massimo Pasinetti
da Bresciaoggi
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