Negli abissi con James Cameron
di Andrea Alesci

Il 26 marzo il regista canadese si č immerso in solitaria con una supernavetta nelle acque del Pacifico sino a toccare i 10.898 metri del punto piů basso nella Fosse delle Marianne, come il personaggio del suo film "Abyss"

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Là dove il buio profondo sconquassa ogni riferimento, immerso nelle profondità della Terra come uno sconfinato spazio capovolto. Lì James Cameron ha posato il suo sguardo, dove nessuno era mai stato: Fossa delle Marianne, 10.898 metri sotto la superficie delle acque.
 
Nelle profondità dell’oceano Pacifico con una capsula ideata dallo stesso regista canadese, sceso negli abissi marini più oscuri con una fotocamera leggera di ultima generazione per riportare fra terra e cielo immagini sorprendenti fatte di scatti fotografici e riprese video in 3D.
 
Erano sette anni che Cameron preparava questa discesa in solitaria: 2 ore e 36 minuti in un ambiente sconosciuto all’occhio umano grazie al “Deepsea Challenger”, una navetta supercorazzata lunga poco più di sette metri e costruita segretamente in Australia da un’équipe di ingegneri con la collaborazione di National Geographic.
 
“Quello che ho visitato è un luogo desolato, dall’aspetto lunare. Mi sentivo completamente isolato dal resto dell'umanità. Letteralmente è come se nello spazio di un solo giorno fossi andato su un altro pianeta e tornato indietro”.
 
Con queste parole James Cameron ha raccontato la sua avventura nelle profondità marine vissuta a fine marzo. Un uomo solo, il primo nella storia, nel punto più profondo della Fosse delle Marianne, straniero in terra straniera come il Virgil (Ed Harris) del suo “Abyss”, film che il regista canadese ha girato nel 1989.
 
Attratto sin da bambino dagli abissi marini, ventitré anni fa realizzò con quella pellicola cinematografica il suo sogno di esploratore oceanico prima di trasformarlo in una realtà difficile da credere.
 
Lo scorso 26 marzo c’erano le navi di ricerca Mermaid Sapphire e Barakuda ad attenderlo in superficie, laddove è cominciata la seconda fase della spedizione, quella dell’analisi.
 
E dopo Titatic 3D non possiamo che attendere la favola di un mondo mai visto che sta nascosto là sotto, negli abissi del nostro pianeta.
 
Sul sito web di National Geographic il racconto dettagliato e gli sviluppi del Deepsea Challenge Team. 
 
Qui sotto un video di presentazione del Deepsea Challenger.
 

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