Dolore cronico oncologico
di Maurizio De Giuli

E’ noto che il dolore cronico non č una malattia ma č da considerarsi un sintomo di una malattia o comunque di una disfunzione dell’organismo...

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Tuttavia vi sono casi in cui il dolore è così intenso e così durevole da causare un grave peggioramento della qualità di vita del paziente.
In questi casi il dolore cessa di essere semplicemente un sintomo e diviene esso stesso malattia.
Ne consegue che lo scopo principale della terapia diviene quello di controllare il dolore. Tale situazione èfrequente nelle malattie neoplastiche in fase avanzata.
 
Il problema del controllo del dolore ha grande rilevanza clinica e sociale.
L’importanza clinica deriva dal fatto che se si vuole rendere accettabile la vita al paziente è imperativo controllare un sintomo così importante.
L’importanza sociale deriva dalle dimensioni del problema: si pensi che il cancro è la seconda causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari, e si pensi che il 90% dei pazienti affetti da cancro accusa dolore in una fase avanzata di malattia.

Storicamente in Italia c’è stata scarsa attenzione a questo problema e il dolore è stato spesso ignorato o curato in modo inadeguato.
La dimostrazione dell’inadeguatezza dei trattamenti antalgici messi in atto dai medici italiani deriva dalla classifica europea del consumo di morfina (farmaco principale nella terapia del dolore neoplastico): in questa particolare classifica l’Italia figura all’ultimo posto.
E’ legittimo chiedersi quale sia la ragione di un utilizzo così modesto di morfina a scopo terapeutico nel nostro paese. Hanno contribuito carenze culturali e una legislazione molto restrittiva e tendente a scoraggiare l’uso di tale farmaco.
 
Negli ultimi anni si è però verificato un deciso miglioramento della situazione e l’attenzione per il problema “dolore” è notevolmente aumentata.
Per volontà di Regione Lombardia si è costituito negli ospedali il ”Comitato Ospedale Senza Dolore“ avente la finalità di focalizzare l’attenzione sul problema della sofferenza del paziente in Ospedale .
La legge 38 del 2010 introduce notevoli facilitazioni nella prescrizione di farmaci stupefacenti e predispone l’istituzione di ambulatori e altri presidi per la terapia del dolore.
 
La Valsabbia è fornita in modo adeguato di strutture per la cura e l’assistenza del malato in fase avanzata di malattia neoplastica e quindi anche per il trattamento del dolore.
Sono attivi l’Unita’ Operativa di Cure Palliative presso l’Ospedale di Gavardo e l’Hospice di Nozza di Vestone.
E’ di prossima attivazione anche un servizio di Ospedalizzazione Domiciliare Cure Palliative Oncologiche che consentirà al paziente con malattia avanzata di rimanere al proprio domicilio dove riceverà la visita e le terapie da parte di un medico e di un infermiere.

Il trattamento del dolore neoplastico nel paziente in fase terminale costituisce, oltre che un dovere del medico, anche una scelta di civiltĂ .
Dare la giusta importanza ai bisogni di un paziente nell’ultimo periodo della sua vita significa dare valore alla vita della persona senza fare calcoli su quanto potrà durare quella vita.


Dr. Maurizio De Giuli
Direttore UnitĂ  Operativa Cure Palliative
Ospedale di Gavardo
Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda
 
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