Sin dal lontano 1987, presso l’Ospedale Universitario Borgo Roma di Verona, ho iniziato a sperimentare l’anestesia epidurale, o peridurale, eseguita a livello vertebrale toracico alto (D2-D3-D4) per la chirurgia toracica e addominale alta di maggior impegno (gastro-epato-bilio-pancreatica), quando possibile a paziente sveglio o poco sedato e in respirazione spontanea.

L’ipotesi di partenza, dimostratasi poi valida, era di sfruttare gli effetti benefici che un simile tipo di anestesia comporta rispetto alla tradizionale anestesia generale, modificando la fisiologia dell’apparato cardio-circolatorio, della vascolarizzazione coronarica e della risposta allo stress chirurgico da parte del sistema immunitario.

 

Col trascorrere degli anni, sono comparsi numerosi articoli sulle riviste scientifiche che dimostrano questi e altri vantaggi, ad esempio sulla coagulazione, con minor rischio di trombosi ed embolia postoperatorie, sulla minor perdita di sangue durante l’operazione, senza contare una migliore respirazione e minori complicanze respiratorie postoperatorie.

Dopo un intervento di chirurgia addominale digestiva, inoltre, la ripresa più rapida dei movimenti intestinali consente un’alimentazione precoce, di molto superiore all’alimentazione artificiale.

Ultimo, ma non meno importante vantaggio, è il controllo del dolore post-operatorio tramite farmaci anestetici o narcotici a bassissima dose iniettati nel sondino epidurale: spesso il paziente riferisce la completa assenza di dolore, al punto di poter tossire ed espettorare validamente e persino scendere dal letto e muovere alcuni passi la sera stessa dell’intervento.

Già nel 2003 un team chirurgico di Seattle (USA) pubblicava un ampio articolo di revisione della letteratura scientifica, la cui conclusione era netta: “L’anestesia e analgesia epidurale ha dimostrato di migliorare i risultati postoperatori e di attenuare la risposta fisiologica dell’organismo alla chirurgia” (Moraca RJ, Sheldon DG, Thirlby RC, The role of epidural anesthesia and analgesia in surgical practice. Ann Surg 2003; 238(5):663-673).
All’ospedale di Gavardo abbiamo introdotto l’anestesia epidurale toracica nel 2005 per gli interventi di chirurgia gastrica, ma anche del colon. Per il colon-retto è sufficiente eseguire l’epidurale a un livello vertebrale più basso, con minor impegno e difficoltà tecnica, ma gli stessi vantaggi.

A tutt’oggi l’equipe chirurgica di Gavardo, guidata dal Dr. Stefano Chiodini, ha eseguito un’ottantina di interventi su stomaco e colon con anestesia epidurale toracica, perciò possiamo ben affermare di aver raggiunto una buona esperienza. L’Anestesista è tecnicamente favorito dalla manualità acquisita in Ortopedia, ove su oltre mille interventi annui solo una ventina sono in anestesia generale, gli altri in anestesia loco-regionale, ovviamente epidurale compresa.

Ci piace segnalare che nel settembre 2008 l’esposizione del nostro lavoro a un convegno internazionale ha ricevuto un prestigioso premio: l’ “Award for Excellence in Outcome-related Clinical Research”, rilasciato da una commissione di tre pionieri nel campo della medicina perioperatoria, i professori Kehlet (Copenhagen), Raeder (Oslo), Carli (Montreal) e White (Dallas).
In conclusione, l’anestesia epidurale toracica in respirazione spontanea è una valida alternativa all’anestesia generale convenzionale. Quest’ultima ha raggiunto ormai una grande sicurezza e una bassa tossicità farmacologica ed è indispensabile quando sia necessaria la ventilazione meccanica del paziente.

La nostra esperienza a Gavardo conferma quanto detto.

Ad esempio, nei pazienti molto anziani e compromessi non abbiamo mai avuto episodi ischemici cardiaci, insufficienza respiratoria o delirio postoperatorio.
L’anestesia epidurale toracica è, dunque, un’arma in più a beneficio dei pazienti più fragili.

Dott. Alberto Ischia
Direttore Unità Operativa Anestesia e Terapia Intensiva
Ospedale di Gavardo
Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda