Figli adolescenti, ruolo dei genitori da ridefinire
di red.

Nell’ultimo incontro della serie Genitori in cammino a Gavardo lo psicologo Osvaldo Poli ha trattato l’adolescenza sotto un nuovo punto di vista, soprattutto per i genitori.

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Giovedì 22 marzo presso l’Auditorium della Biblioteca Civica di Gavardo si è tenuta la serata conclusiva del progetto Genitori in cammino organizzata da A.Ge. Gavardo in collaborazione con il Comitato Genitori e l’Istituto Comprensivo, con il contributo dell’Amministrazione Comunale alla presenza del Dr. Osvaldo Poli, noto psicologo e psicoterapeuta mantovano. Quest’ultimo appuntamento ha visto un’imponente partecipazione di genitori a riconferma dell’apprezzamento sulla qualità dei progetti messi in campo da A.Ge. Gavardo. Presenti alla serata l’assessore ai servizi sociali Alessandro Salvadori che ha portato il saluto e il ringraziamento dell’Amministrazione Comunale, nonché il Presidente Nazionale A.Ge. Davide Guarneri, il quale da tempo segue con interesse le iniziative e la vivacità dell'associazione gavardese. La sua presenza e le sue parole di introduzione hanno conferito un valore aggiunto all’evento.

Prendendo la parola, il Dr. Poli ha esordito con un’affermazione in controtendenza “Questa sera trattiamo dell’adolescenza in una prospettiva nuova, direi inedita. Benché l’adolescenza goda di pessima reputazione presso la stampa, i media e la maggior parte dei genitori, io vi dico che questo è il periodo più vitale e di massimo slancio dei nostri figli! Il concetto adolescenza uguale a trasgressione è ormai datato e va sfatato. E’ piuttosto il comportamento dei genitori, il loro ruolo che vanno ridefiniti. Assistiamo a madri stanche e impotenti perché le pratiche convenzionali utilizzate non funzionano più. Vittime, di una cultura che congiura contro il materno: è tuttora dominante, infatti, il pensiero secondo il quale il bravo ragazzo è figlio di una brava madre e viceversa. Oppresse dal possibile fallimento educativo le madri mettono spesso in atto pressioni psicologiche sui figli al fine di raggiungere risultati concreti nell’ambito scolastico, domestico o dal punto di vista comportamentale. ”Ma i valori, non possono essere imposti", fa notare il Dr. Poli, "essi devono essere liberamente amati ed accettati: in altre parole vanno interiorizzati dai nostri figli. Non è più il tempo dell’eredità valoriale della famiglia, il figlio deve trovare le sue personali motivazioni per diventare capace di fare ciò che è giusto, liberamente e non per costrizione! Affinché ciò avvenga si deve recidere il cordone ombelicale tra figlio/a e madre dando spazio al padre: se la madre è infatti biologicamente dotata per capacità interpretativa e di cura ad affrontare tutto il periodo dell’infanzia, l’adolescenza è il tempo del padre. Il padre è in grado di gestire le situazioni con i figli cresciuti su presupposti diversi: non fa pressioni psicologhe, mette il figlio di fronte al bene ed al male in condizione di dover scegliere e di decidere di sé: in altre parole lo chiama all’autodeterminazione con una libera adesione alla fatica necessaria per migliorarsi, per maturare, perché la maturazione passa necessariamente attraverso la fatica ed il dolore. Conscio di non aver potere sul figlio, il padre lo mette di fronte alle sue responsabilità ed è disposto ad accettare i suoi errori, portandosi dentro la sua pena con dignità e senza mai sentirsi in colpa, fiducioso in cuor suo, che il figlio saprà trovare la sua strada.

Il lato maschile è portatore di verità e giustizia, continua il relatore, che è più forte dell’amore per il figlio stesso. E’ saper accettare serenamente delusioni ed amarezze, è saper attendere che il figlio acquisisca la consapevolezza delle sue azioni, anche quelle sbagliate, lasciandogli aperta la porta del proprio cuore. Un aspetto che ci richiama alla memoria la parabola del figlio prodigo nel vangelo: sublime esempio di amore perfetto del padre verso il figlio. Ai giorni nostri si è perso il codice maschile paterno: considerato cattivo e pericoloso, causa di un’educazione repressiva e dannosa per la prole, (pensiamo all’educazione ricevuta dai nostri genitori) e ha preso il sopravvento il codice femminile materno, nelle famiglie così come nelle istituzioni educative, dove abbiamo una forte preponderanza di figure femminili. Senza nulla togliere alla bellezza inarrivabile della figura materna ed alla sua profondità di pensiero oggi ci rendiamo conto che la figura materna da sola non basta a crescere i figli: bisogna reintrodurre il pensiero maschile. Il Dr. Poli esorta, in conclusione, le madri a dare spazio ai padri soprattutto in questa fase di vita dei figli nonché ad apprendere la logica del pensiero maschile al fine sia di supplire in caso di sua assenza che di integrare o arricchire la propria psicologia educativa. Il punto di vista maschile infine è un ulteriore aiuto alle madri per riprendersi il loro ruolo di donne all’interno della società, tornando a coltivare interessi o attività troppo a lungo riposti nel cassetto in attesa che i figli crescessero e raggiungessero l’autonomia. Il richiamo per tutti è all’equilibrio all’interno della genitorialità nonché alla consapevolezza che possiamo apprendere dal proprio partner forme diverse di essere genitore a tutto beneficio di una crescita sana e indipendente dei nostri figli.

A.Ge. Gavardo ringrazia tutti i genitori, gli educatori e gli insegnanti che hanno partecipato al percorso formativo Genitori in cammino, informa che sta già abbozzando l'edizione 2012/13 del progetto che avrà inizio a settembre dove si tratterà di educazione dei figli, ovviamente, ma anche di mezzi multimediali e di problemi di coppia.

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