Cinquant'anni di tradizione alpina
di Cesare Fumana

Treviso Bresciano ha festeggiato domenica il mezzo secolo di vita del locale gruppo delle penne nere.

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“Tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta; rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria”. È questo che ha voluto ricordare Ivano Badini, capogruppo degli alpini di Treviso Bresciano alla festa per il 50° del gruppo delle penne nere, celebrata domenica scorsa con una grande festa.

Il piccolo paese montano valsabbino si è presentato rivestito di tricolore per festeggiare il mezzo secolo di vita del locale gruppo delle penne nere. Una sfilata con in testa la fanfara “Valchiese” di Gavardo è partita dalla frazione di Vico fino ad arrivare sul sagrato della chiesa parrocchiale, attraversando il centro storico del paese. A fare da corona tanti gagliardetti dei gruppi vicini, il vessillo della “Monte Suello”, di cui il gruppo fa parte, scortato dal delegato di zona Dino Maffessoli, il sindaco Alessandro Bontempi, il presidente della “Monte Suello” Romano Micoli, il maresciallo Luigi La Rovere, comandante della stazione dei Carabinieri di Idro, con la gente alle finestre e ai bordi della strada ad applaudire al passaggio degli alpini.
Giunti davanti al monumento ai Caduti l’alzabandiera e la deposizione di una corona d’alloro con la benedizione del parroco don Fabio, a cui sono seguiti i discorsi di rito.

Nel suo saluto, come detto, il capogruppo Ivano Badini ha ricordato gli scopi che si prefigge l’Ana, come si legge nello statuto dell’associazione, a cui si è sempre ispirato l’agire del piccolo gruppo valsabbino in questi 50 anni, traducendoli in azioni concrete a favore della propria comunità.

Lo ha sottolineato anche il primo cittadino, evidenziano l’opera meritoria degli alpini, non solo come associazione che ricorda il passato, ma che si è spesa in attività (il recupero di Malga Ruf su tutte) di cui ha beneficiato e beneficia l’intera comunità. Il sindaco ha poi auspicato che l’impegno non venga meno anche in futuro, considerando l’opportunità che anche i giovani di oggi, benché non svolgano più il servizio militare, possano aderire all’associazione degli alpini. Guardando alle fotografie sul monumento ai Caduti, la maggior parte di alpini, il presidente Micoli, ha messo in luce lo stretto legame fra il piccolo paese montano con gli alpini: in tempo di guerra con il servizio alla Patria fino all’estremo sacrificio, ora con l’impegno nel portare avanti le tradizioni e i valori in cui gli alpini credono.

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