Asco Vestone, scudetto addio?
La pesante sconfitta casalinga contro l’Alfan Ghedi mette in luce alcune pecche tattiche della squadra di mister Morghen con le inevitabili ripercussioni in classifica.

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Asco Vestone - Alfan Ghedi Calcio 0 - 3

Guance Rosse così in campo:
Perotti Cosenza detto cuba - Ebenestelli M. il capitano – Bonera - Piccinelli R.; Zanoni – Bonomini - Ghidini detto biù – Gottardi; Ricci detto gonzo - Zanetti detto bill
Entreranno: Corsini – Fiori - Bianchi detto panì - La Sala
All. Morghen

Era il 1964 quando Sonny Liston, brutto da vedere come un orso che rovista nel pattume, le prese da vendere da Cassius Clay, elegante ballerino da ring, senza mai riuscire a prenderlo una volta. Si capì già nel primo round che il giovane Clay, più veloce e preciso nel portare i colpi, avrebbe stravinto.
Stasera i Tromboni le hanno prese altrettante, al cospetto di un Ghedi più cattivo, più quadrato, più fisico, più tutto. E hanno perso così, oltre alla gara, anche il Campionato che, a meno di un miracolo, andrà a loro.

Cronaca di come è andata

Primo round.
L’inizio di Guance Rosse, costretta a rinculare dalla perfetta aggressività della rivale, è da incubo; dobbiamo subito raccontare di un tiro che, dopo bella triangolazione sulla destra trombona, sfiora la traversa vestonese dando l’impressione del gol; due minuti dopo, ancora sul fianco destro vestonese, gli ospiti ci riprovano e mandano verso la porta un loro uomo, ma Perotti mette il piede salvando da capitolazione certa. Ragazzi, sveglia! Ma l’ospite, fumatore ostinato di nebbia, a centrocampo fa quello che vuole, e continuerà a farlo fino allo scadere dei primi 35, e anche dei secondi, come vedremo; la mediana vestonese schierata da mister Morghen è poca cosa: Gottardi se ne sta troppo largo a schivare il lavoro, Ghidini è in serata da dimenticare, Zanoni è un difensore adattato ad ala e si vede, per cui a Bonomini, l’unico credibile, tocca un torello da bestemmie che non finisce più.
Comunque, nonostante la partita la facciano gli ospiti, il pacchetto arretrato trombone tiene botta, anche se gli sguardi nel vuoto degli interpreti dicono tutto: Cosenza sembra avere appena visto Lucifero, Ebenestelli la Dama Nera con la Falce, Bonera i Marziani quelli cattivi e Piccinelli, capelli imbizzarriti oltre la decenza, le Streghe del Bosco Vecchio.
Là davanti, i signori Ricci e Zanetti sono bellamente abbandonati a se stessi. Che si arrangino!, a quanto pare.
Poi va a finire che ci tocca raccontare di una traversa presa da Guance Rosse, poco prima dell’intervallo; trattasi di azione personale di Zanoni, neoacquisto che viene dai dintorni della Bundesliga, il quale giustamente si intestardisce e, tra un rimpallo e l’altro, di schiena prende il legno superiore ma la palla torna facile nelle mani del portierone ospite. Sarebbe stato un gol da cineteca comica, ma nemmeno la Dea Bendata c’ha avuto il coraggio di regalare così tanto agli scalcagnati Tromboni di stasera, che francamente nemmeno si meritano quattro fischi.
Durante l’intervallo facciamo due considerazioni; la prima: sarà già un miracolo resistere sullo 0 a 0, a meno che mister Morghen non trovi il bandolo della matassa lì nel mezzo, dove batte il cuore di ogni squadra; la seconda: sarà il caso, alla nostra età, di fare fagotto e perdersi per il mondo a cavallo di una vecchia Norton del ’56 in cerca di quella là?

Secondo round.
Immediatamente passano gli ospiti; nasce tutto, guarda un po’, dall’incapacità dei Tromboni di mantenere la quadra in mediana. L’ospite ha tempo di mettere giù una palla, di aggiustarsela, di guardare l’orizzonte, di passarsi la mano nei capelli, di mirare e di crossare in area per un compagno che di fisico sposta i sessanta chili di Piccinelli mettendolo al tappeto; sponda per il collega di reparto che, in mezzo a tre dormiglioni tromboni ninnati da Bonera, gira a rete di volo; Perotti tenta ma non ci arriva. Vantaggio meritato e festeggiamenti sotto i propri tifosi, venuti in massa a dare spettacolo.
Volendo, ci sarebbe tempo, cara Guance Rosse, di recuperare, ma occorre mantenere la calma; invece dalla panchina arrivano indicazioni in senso opposto: dopo 5 minuti, difesa a tre e dentro un attaccante e buonanotte. E la mediana? Bè, la mediana rimane regolarmente in balia del nemico, per cui chissà adesso quanto patiranno i tre martiri dietro. Infatti il raddoppio arriva tramite lancio facile ad infilare i troppo larghi Ebenestelli e Zanoni, che si vedono passare sotto il naso il nemico che andrà pacifico a battere Perotti di rasoterra. Piccolo particolare: poco prima, l’ospite era rimasto in dieci; piccolo particolare davvero!, anzi trascurabile, perché stasera avrebbero vinto anche in sette.
Patetico break vestonese: un tiro da fuori di chissà chi e un colpo di testa su angolo, sempre di chissà chi, entrambi neutralizzati senza troppo sudare dal gigante estremo, che i propri tifosi chiamano San Giuseppe.
Il 3 a 0 arriverà di lì a poco su pasticciaccio difensivo di cui abbiamo intravisto solo l’atto finale perché impegnati a guadagnare l’uscita; Ebenestelli, intento a rinviare, viene bruciato sul tempo dall’afroamericano nemico, che farà altrettanto ai danni di Perotti, ormai rassegnato a raccogliere la palla nella rete. Amico coi guantoni, è il terzo vecchio scarpone che peschi stasera!
Signor arbitro, è ora di fischiare tre volte di seguito.
Et voilà! Sonny Liston ridicolizzato da Cassius Clay.

Al bar dello sport si dirà che si è perso per mancanza di cattiveria. Grazie al cazzo! E chi è andato in campo fiaccato dalla tensione del match si prenda le proprie responsabilità. Ma è troppo facile ridurre tutto a questo. Vanno anche fatte delle considerazioni tattiche: una su tutte, lo ribadiamo, la linea mediana schierata non era all’altezza, e questo ci sta; non ci sta di non aver mai considerato che il problema fosse lì; nel calcio, come in ogni altro sport di squadra, sapere aggiustare in corsa è un’arte indispensabile se si vuole vincere. Ma anche mister Morghen, ne siamo sicuri, si prenderà le proprie responsabilità.

E adesso sotto con la matematica.

Tromboni, addio quasi certo al campionato! Alfan Calcio ora è a sei lunghezze con due partite in più; se Guance Rosse vincerà entrambi i recuperi, si andrà a pari punti; ma se la signora Alfan farà sue le due ultime gare, e a giudicare da come si è esibita stasera non avrà problemi, lo scudetto sarà suo in virtù degli scontri diretti.
Amici di Vestone, sarà meglio pensare a conservare il secondo posto, che garantisce l’accesso ai Provinciali; lo scontro diretto con lo Sporting Montichiari, fissato per mercoledì 28 marzo al Comunale sarà decisivo, sempre che la settimana entrante si vincano le 2 gare in programma. In ogni caso, su col morale! Dopotutto domani è un altro giorno. E ora andiamo a recuperare una Norton del ’56. La Primavera è la stagione ideale per fare fagotto.

Migliori…
Tifosi ospiti e locali – 10 e lode. Grazie dello spettacolo, signori. Era da un po’ che aspettavamo di vedere le tribune piene di banditi che cantano in coro e appendono lenzuola colorate. Indiani Padani.

… e peggiori
Troppa gente sotto la sufficienza. Un 4 politico a tutti basta e avanza.

Salutiamo.

Armando Dell'Oca Armando Dell'Oca.

- www.ascovestoneopen11.it -

Le pagelle dei giocatori di questa e delle altre partite giocate si possono trovare sul sito.

In foto mister Thomas Morghen

 

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