«Ciòca màrs sö chèsta tèra...»
di Picatt

A Mosina di Prevalle il teatro torna in piazza, luogo privilegiato della cultura popolare. L'appuntamwento per questo sabato pomeriggio alle 18.

 
L’associazione culturale "I Giorni“, presieduta da Natalia Fantoni, dopo avere portato a termine la pubblicazione di due corposi volumi che riprendono spunti biografici, memorie e vicende storiche e sociali con il mezzo dell’intervista e del racconto autobiografico propone una nuova iniziativa originale e interessante.
 
Oggi, sabato 3 marzo, dalle ore 18.15 proporrà la rielaborazione di alcuni dei brani del volume "Mosina, voci e volti di una contrada“ attraverso l’interpretazione di due attori, Aldo La Gala e Andrea Frati, con l’ausilio dell’accompagnamento musicale a cura di Luca Ferraboli.
Il tutto nella cornice suggestiva ed originale della piazzetta di Mosina, un angolo che costituisce il cuore del paese e della contrada in particolare.
 
L’occasione è rappresentata dal periodo dei tre giorni caratteristici di inizio della primavera "folcloristica“, con uno tra i riti più curiosi della nostra tradizione: "l richiamo dell’erba“ o "ciòca màrzo“.
Oltre alle memorie reinterpretate saranno proposte anche alcune tra le filastrocche più divertenti della tradizione locale… le meno licenziose e le più spiritose.

"Ciòca màrs sö chèsta tèra..."
La tipica parata chiassosa dei primi tre giorni del mese di marzo non viene più riproposta ormai da anni.
Le ultime uscite hanno avuto luogo alla fine degli anni ‘70 per iniziativa del Gruppo assai dinamico del G.A.P.P. che aveva riportato in auge numerose manifestazioni del folklore locale.
 
Definito anche come "ciamà sö l'erba" il tradizionale e burlesco corteo che inscenava matrimoni-farsa tra donne nubili e gli scapoli più male in arnese ebbe un periodo particolarmente felice durante il Ventennio fascista, probabilmente a causa della vigorosa propaganda a favore del matrimonio e delle famiglie numerose.
A quest'epoca sono ascritte le filastrocche più gustose e i cortei più ricchi di partecipazione.
Chiamata in altre zone della Riviera e della Vallesabbia “stratto marzo” o “richiamo dell’erba”, questa tradizione si rifà agli antichissimi riti propiziatori della fecondità che in ogni parte del mondo caratterizzano gli inizi della primavera.
 
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