Alto rischio
di val.

Una stagione particolarmetne siccitosa, il freddo prima e il caldo di questi giorni, hanno aumentato di molto il rischio che i boschi possano prendere fuoco.

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Lo dicono gli esperti: poche volte vasti territori montani della nostra provincia sono stati a rischio d’incendio come in questo periodo.
Ad un inverno particolarmetne siccitoso, infatti, si sono alternati periodi di gran freddo ad altri di temperature sopra la media.
Condizioni che hanno portato il terreno ad asciugarsi oltremodo.
A questo va ad aggiungersi il fatto che la poca neve caduta nelle scorse settimane è scesa al suolo con temperature di parecchi gradi sotto lo zero.
Requisito che, ai primi caldi raggi di sole, ha portato il bianco manto a sciogliersi rapidamente e senza nemmeno bagnare il terreno sottostante.
 
Ma che il rischio sia particolarmente elevato lo dice anche la Regione Lombardia che già lo scorso 20 gennaio ha dichiarato lo stato di “grave pericolo per incendi boschivi”.
Un segnale che a dire il vero è finito presto nel dimenticatoio, perché dopo un paio di giorni ha cominciato a nevicare, senza per altro risolvere il problema, come abbiamo già detto.
Il pronunciamento regionale prevede che non si possano accendere fuochi all’aperto nei boschi o a distanza inferiore di 100 metri dai boschi.
 
Un divieto assoluto, senza deroghe di nessun genere: anche il gesto di gettare a terra un cerino acceso o di provocare delle scintille prevede pesanti sanzioni.
Stiano attenti dunque coloro che decidessero in questi giorni di utilizzare il fuoco per operazioni di pulizia delle sterpaglie: oltre che rischiare più del solito di appiccare il fuoco ad un bosco, potrebbero ritrovarsi a dover pagare una salata multa.
 
Gli occhi puntati sul territorio non mancano: quelli elettronici delle telecamere posizionate ormai in molti punti panoramici della nostra Provincia, ma anche quelli degli agenti del Corpo Forestale e delle centinaia di volontari dell’antincendio boschivo che non perdono occasione per spingere lontano lo sguardo e di segnalare ogni sospetta colonna di fumo.

Volontari preparatissimi quelli bresciani, fra i migliori d’Italia.
Ce ne sono 871 pronti ad entrare in azione in Valle Camonica dove sono operative 39 squadre Aib; diciotto le squadre pronte nella Valle del Mella, con oltre 400 volontari; 243, tutti perfettamente equipaggiati e addestrati, quelli valsabbini; pochi di meno gli altogardesani del Parco, sempre pronti ad intervenire per salvaguardare il loro territorio, come hanno fatto mercoledì, quando un minaccioso pennacchio di fumo si è alzato dal Pizzoccolo.
 
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