Silenzi assordanti.
di Aldo Vaglia

Tre i temi di ordinaria amministrazione sui quali la Comunità Montana potrebbe a gran voce dire la sua: la strada, il lago e l’aggregazione dei comuni.

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Queste sono questioni che possono essere trattate solo a livello comprensoriale.
La timidezza degli interventi comunitari non fa altro che rimandare soluzioni e incancrenire la situazione.

L’acqua è un bene comune, “di tutti†e il pubblico ha il dovere della sua gestione nel modo più democratico possibile.
La strada è un’infrastruttura indispensabile per il collegamento con il trentino e per ridurre i disagi che i paesi dell’alta valle sono costretti a subire.
L’aggregazione dei comuni non è più rinviabile, pena: aver salvato i municipi ed aver perso la popolazione.

Sarebbe ingeneroso e scorretto addossare a questi amministratori responsabilità che derivano dall’alto e da lontano.
A chi oggi governa la Valle si chiede uno scatto d’orgoglio e una presa di responsabilità perché problemi che riguardano tutti non debbano risolversi tra dispute preconcette e di indubbia efficacia tra pochi, con il risultato di mantenere lo status-quo che produce solo danni.

Sul Giornale di Brescia di lunedì scorso si poteva leggere un articolo sui paesi della provincia che si stanno spopolando, tra i più colpiti Saviore dell’Adamello, Cevo, Ponte di Legno, ma negli ultimi anni sono 33 quelli che hanno perso abitanti e il trend negativo non risparmia la vallesabbia che negli ultimi tre anni ha visto diminuire la popolazione di: Capovalle, Valvestino, Magasa, Lavenone, Casto.

Ciò che afferma il sindaco di Saviore può essere valido anche per il nostro territorio: “qui da noi c’è gente che percorre ogni giorno 200 chilometri per andare e tornare dall’azienda, una vita che molti giovani preferiscono evitare.
Quello che aggrava il problema è però la mancanza di servizi.
Ogni anno mi devo battere per mantenere aperta la scuola primaria (15 bambini dalla prima alla quinta) così come grande attenzione devo riservare al mantenimento dell’ufficio postale, allo sportello bancario e alla presenza del parroco.
Credo non si potrà reggere ancora a lungoâ€. Quindi? “Vedo una soluzione nell’accorpamento tra comuni per formare una realtà di almeno 5000 abitanti.
È l’unica via per salvare i presidi montaniâ€.

Il problema non è allora quello di chiudere i municipi, ma di mantenere la gente in montagna e per poterlo fare occorre esprimere progettualità che necessitano di infrastrutture, economie di scala, competenze.
Sotto la soglia minima di abitanti, dove si fa fatica a formare una lista e quando se ne trovano due è perché sono di cittadini in lite tra di loro, dove il sindaco viene da fuori o non abita nemmeno il paese, più che di democrazia partecipata si può parlare di rissosa assemblea di condominio.
 
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