Prosegue senza sosta la “fame di rame”. Stavolta a farne le spese sono stati gli Alpini valliesi. Lunedì pomeriggio, in una delle sue abituali visite al rifugio sul monte Ere per controllare se tutto era in ordine, il capogruppo delle Penne nere valliesi si è trovato davanti a una brutta sorpresa: buona parte delle grondaie in rame erano state divelte e rubate. Per togliere quelle del porticato sul retro, il più facile da raggiungere, i soliti ignoti hanno rimosso addirittura le tegole e il cemento che le fissava alla base del tetto in legno. Sul lato a monte, quello che guarda verso la chiesetta, sono riusciti a togliere solo la gronda e dei pezzi di tubo. Inoltre i ladri hanno forzato la porta d’ingresso e sono entrati nel rifugio, senza però portare via niente, anche perché non vi è nulla di valore. Dell’accaduto sono stati informati i Carabinieri della stazione di Gavardo che sono giunti sul monte per un sopraluogo e ai quali poi è stata presentata la denuncia del furto.

Molto amareggiato Sergio Berardi, guida delle Penne nere valliesi: “Non è la prima volta che ci capita una cosa del genere. Due anni fa ci avevano rubato i tubi in rame che scendono dalle gronde sia della chiesetta che del rifugio. La primavera scorsa avevano tentato nuovamente di trafugarli perché li avevamo trovati già svitati. Quella volta avevano anche rotto la porta della cucina portando via una cassa di vino e un paio di bombole. Stavolta il danno è sicuramente maggiore”. Una prima valutazione stima il danno sui 4-5 mila euro. Il rifugio degli alpini si trova sul monte Ere, sull’altopiano fra Vallio e Odolo, in un posto isolato, dove i ladri hanno tutto il tempo di agire indisturbati. In questo periodo ancora di più, visto che non ci sono né cacciatori né cercatori di funghi che passano abitualmente da queste parti.