Il falò anticipato di Alone
di Ubaldo Vallini

Il fatto avvenuto alla Vigilia di Natale ed ha scombussolato non poco la comunit della piccola frazione di Casto. L’abbiamo appena saputo e ve lo raccontiamo.

 
 
Piccolo passo indietro: il “hiver” è tradizione centenaria in Valsabbia, forse anche di più.
Si tratta del fuoco che viene acceso all’aperto nella notte di Natale, per “scaldare i pannicelli di Gesù”.
Per questo, dove ancora questa usanza è viva (con le attuali norme antincendio è sempre più difficile ottenere i permessi per farlo), questa pratica assume valenza sacra.
E la manifesta devozione è direttamente proporzionale alle dimensioni del falò. 
Così succede nel piccolo borgo di Alone di Casto. Frazioncina che, forse proprio in virtù di questa esiguità di case, d’abitanti e d’occasioni, tiene alle tradizioni più che i grandi centri urbani.
 
Loro il “hiver” lo preparano per mesi, mettendo da parte la legna e le fascine più secche, ricoprendo poi tutto con le fronde degli alberi sempreverdi (dase) che da queste parti nei boschi abbondano, bostrico permettendo.
Così avevano fatto anche quest’anno, predisponendolo attorno ad un palo alto più di venti metri, come sempre nella piccola piazza di fronte alla chiesetta dedicata a San Lorenzo, pronti a dargli fuoco quando tutti sarebbero usciti dalla messa di mezzanotte.
 
Erano invece ancora tutti a cena quando il bagliore dalla piazza li ha sorpresi.
Qualcuno, buontempone o spinto da intenti maligni non è dato a sapere, ha dato fuoco al “hiver” anzitempo. Saranno state le sette e mezza di sera o giù di lì.
E non c’è stato niente da fare: impossibile a quel punto anche solo avvicinarsi alle fiamme, figuriamoci spegnerle.
 
Così è andata che all’uscita di messa ormai non c’erano più nemmeno le braci. E neppure si poteva tanto imprecare, vi pare, la notte del lieto Evento?
«Mai avuto un hiver così bello e così secco da accendere, che peccato sia bruciato prima del tempo, e senza il tempo di prepararne un altro» è  dunque stato il commento di molti, che allargavano le braccia in segno di impotenza, storcendo al massimo l’angolo della bocca per manifestare tutto il loro disappunto.
Altri, decisamente meno rinunciatari e, ci assicurano, valenti possessori di doppietta, a bassa voce già si accordavano sui turni di guardia da tenere il prossimo anno.
 
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