Convenzione antievasione
di Ubaldo Vallini

Un accordo fra i Comuni e l'Agenzia delle Entrate, potrebbe essere la soluzione che permette agli enti locali di introdurre nuovi criteri di equitŕ. Il caso di Vobarno.

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Potrebbe essere uno scambio di informazioni con l’Agenzia delle Entrate a donare nuove energie e risorse al Comune di Vobarno, che al pari di altri sta attraversando un periodo non propriamente florido e di grande difficoltà, nel garantire un adeguato livello nei servizi ai cittadini.
La novità è di questi giorni, con l’amministrazione vobarnese che facendo seguito alle possibilità create da una legge nazionale, prima con una delibera di Giunta poi con una convenzione, ha siglato con l’Agenzia delle Entrate un accordo che mira ad affrontare il nodo per certi versi risolutivo della lotta all’evasione fiscale.
 
“Segnalazioni qualificate” le chiamano.
Sono informazioni fornite dai Comuni che permettono agli ispettori di individuare e di sanare quelle idiosincrasie fra reddito denunciato e patrimonio accumulato, oppure stile di vita agito.
Differenze che solo a livello comunale possono essere messe in evidenza.
 
La “molla” che azionerà l’intero ingranaggio è il fatto che tutto il gettito che l’Agenzia riuscirà a raccogliere in più, finirà nelle casse comunali.
Per ora siamo solo alla fase iniziale del progetto e ancora c’è da formare adeguatamente il personale.
Solo più avanti sarà possibile verificare sul campo la bontà dell’idea.
Meglio se funzionerà, anche perché altri strumenti sembra non ce ne siano.
 
Nemmeno l’Imu, introdotta dalle più recenti disposizioni governative, sembra essere la risposta giusta: secondo uno studio realizzato dalla società di servizi pubblici valsabbini Secoval, infatti, per un Comune come Vobarno e fatte salve le possibilità che le amministrazioni hanno di variare i parametri per le prime e le seconde case, l’Imu varrebbe 300mila euro in meno rispetto a quando si riesce ad incamerare ora.
 
“Di strumenti di questo tipo e di altri provvedimenti avvertiamo un estremo bisogno. Il velo che copriva tutto si è finalmente dissolto e in queste settimane si è manifestata in tutta la sua crudezza la situazione dei conti di questo Paese – ci ha detto il sindaco di Vobarno, Carlo Panzera, dopo averci illustrato la novità -. Se davvero, come sembra, verrà confermato l’intento di allentare i vincoli sui Comuni e di riconoscerci maggiore autonomia, con l’obiettivo di introdurre criteri di maggiore equità sia nelle modalità di erogazione dei servizi, sia di prelievo tributario e tariffario sull’utenza, penso che la situazione potrà migliorare”.
 
Ad affermare l’esigenza di vederci chiaro, sulle effettive capacità contributive dei vobarnesi, anche i dati sulle denunce dei redditi che per quanto riguarda l’Irpef relativi al 2009 hanno segnato una media di poco superiore ai 19 mila euro, con il 70% dei vobarnesi che ha dichiarato redditi compresi fra i 10 mila e i 26 mila euro e solo l’8,2% della popolazione avrebbe guadagnato cifre superiori.
 
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