La prima casa famiglia della Valsabbia
Anche la Casa Famiglia di Idro fra le opere che hanno usufruito della generosità della Fondazione Comunità Bresciana. Per la prima struttura di questo tipo della Valle Sabbia l'ente ha contribuito con 100mila euro.

Una mano che si tende, un abbraccio che stringe. Una struttura nuova dove accogliere disabili rimasti soli e dove offrire assistenza 24 ore su 24. Un sostegno diretto per la vita delle persone con un handicap non grave, ma che sole non potrebbero svolgere neppure le più semplici operazioni della vita quotidiana. Una necessità avvertita forte da tutta la Valsabbia, in cui una casa alloggio per disabili non esisteva.

Nel 2004 il sogno di tanti genitori, di tante famiglie, ma anche di medici e assitenti, ha cominciato a prendere forma con la posa della prima pietra della Cooperativa il Faro, nata appositamente come braccio operativo dell’Aias Vallesabbia. Grazie al contributo di 100mila euro erogato dalla Fondazione Comunità Bresciana, attraverso la Fondazione Cariplo, è stato possibile disporre delle risorse necessarie per ultimare i lavori. Fondi che si sono aggiunti a quelli arrivati dalla Comunità montana e che sono stati utili per raggiungere il milione e 200mila euro necessari a finanziare tutta l’opera.

Anche in questi giorni stanno proseguendo i lavori nel cantiere: le opere in muratura sono state completate e l’impiantistica installata, ora si sta provvedendo agli arredi. La struttura dovrebbe essere operativa entro i primi mesi del 2008.
Rolando Caini, presidente del «Faro» spiega come «nella nostra valle mancasse un luogo, una famiglia, un ambiente protetto dove i ragazzi con deficit psichici-motori potessero ritrovare l’affetto e le attenzioni di un ambiente del tutto simile a quello familiare» Per il presidente Caini «si tratta di situazioni molto diffuse, ma che spesso rimangono nell’ombra, rendendo di fatto impossibile un intervento davvero significativo per il ragazzo».

La casa-famiglia si trova a Idro in via Scuole e potrà accogliere fino a 10 disabili, ospitati in camere singole o doppie.
I responsabili del progetto tengono a sottolineare che non si tratta di un ospedale né di un ambulatorio ma di un ambiente in cui ricreare l’atmosfera della casa. «I ragazzi hanno a disposizione spazi ampi, con laboratori e saloni. Nella loro giornata poi avranno una parte integrante le faccende di casa e anche piccoli lavori, in modo che ogni ospite possa sentirsi parte della famiglia e della comunità in cui vive, aiutando direttamente gli educatori e il personale che operano nella struttura».

Una volta ultimata, alla gestione della casa alloggio parteciperà direttamente la Coges, cooperativa che già opera sul territorio dato che cura il Cse di Barghe, nella più stretta collaborazione con i responsabili del distretto Asl della Valsabbia.
Un progetto che non smette di avere bisogno di aiuto e sostegno, per questo si stanno organizzando incontri culturali, rappresentazioni teatrali e momenti di riflessione sul mondo dell’handicap, che puntano a raggiungere il cuore degli abitanti della Valsabbia, «a cui si chiede di non dimenticare che, anche tra di noi - ricorda il presidente Rolando Caini -, ci sono persone che senza aiuto e affetto sarebbero in difficoltà anche solo a uscire di casa. La nostra cooperativa vuole essere la casa di tutti i ragazzi disabili della Valle».
«I contributi che abbiamo ricevuto dalla Fondazione Comunità Bresciana - conclude il presidente - dimostrano come questa realtà continui ad essere vicina alle realtà più bisognose e deboli della nostra provincia, dando un significativo sostegno per la loro completa e attiva integrazione nel tessuto sociale del territorio».

dal Giornale di Brescia
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