Energia elettrica, finisce l’era dei monopoli
Al via la rivoluzione elettrica. Dal primo luglio tutte le famiglie italiane potranno scegliere il proprio fornitore di energia, orientandosi tra le diverse offerte che gli operatori hanno già iniziato a infilare nelle buche delle lettere.

Al via la rivoluzione elettrica. Dal primo luglio tutte le famiglie italiane potranno scegliere il proprio fornitore di energia, orientandosi tra le diverse offerte che gli operatori hanno già iniziato a infilare nelle buche delle lettere. E il decreto legge approvato ieri mattina dal Consiglio dei ministri dovrebbe garantire il passaggio alla nuova era senza scossoni o brutte sorprese per il portafogli.

Così promette il ministro Pierluigi Bersani, «padre» della normativa, secondo il quale chi vuole addentrarsi da subito nel nuovo territorio inesplorato del mercato libero e cambiare fornitore potrà godere dei possibili vantaggi portati dalla concorrenza, «ma comunque nessuno andrà a stare peggio».
L’impianto riformatore, ha ribadito, «resta affidato al ddl Energia in discussione al Senato che mi auguro venga licenziato presto». Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, ha aggiunto che il Dl porterà «un abbassamento ulteriore delle tariffe perchè l’energia elettrica costa troppo».

Il decreto appronta una serie di tutele per i consumatori, a cominciare da quelli che non opereranno alcuna scelta. Tali utenti (comprese le piccole e medie imprese) non si troveranno privi di corrente elettrica perchè continueranno a essere riforniti dall’impresa di distribuzione mentre la funzione di approvvigionamento (cioè la vendita) sarà svolta dall’Acquirente Unico a un «prezzo di riferimento» fissato dall’Autorità per l’Energia. Questo prezzo di riferimento vale anche come bussola per tutti gli utenti indecisi tra le varie opzioni: gli operatori potranno cioè sbizzarrirsi con le offerte più varie ma saranno comunque obbligati a garantire, tra i vari pacchetti, anche il prezzo studiato dall’organismo di vigilanza sul settore. Diverso il discorso per le grandi imprese. In questo caso, i fornitori di energia di quelle che non sceglieranno un operatore saranno selezionati attraverso delle gare pubbliche.

Stringenti, poi, gli obblighi imposti alle aziende elettriche che dovranno separare, entro 180 giorni, le attività di vendita e le attività di distribuzione. Scopo della norma è garantire la neutralità della gestione della rete che è utilizzata da tutti i venditori. Inoltre le imprese di distribuzione dovranno condividere con le altre aziende rivali i dati sui consumi dei propri clienti, in modo da rafforzare la concorrenza.
Infine, in bolletta dovrà essere indicato il «mix» di fonti energetiche per la produzione di energia. Mancano ancora le tariffe sociali, ma il Ministero dello sviluppo economico fa sapere che la consultazione sarà conclusa entro l’estate e che arriveranno entro il primo gennaio 2008.

«Molto soddisfatto» per il decreto Alessandro Ortis, presidente dell’Autorità per l’Energia, secondo cui il provvedimento costituisce «un tassello necessario verso la completa apertura dei mercati e la piena competizione degli operatori, mantenendo allo stesso tempo tutele adeguate per i consumatori, specie quelli più vulnerabili». Soddisfatti, ma con qualche rilievo, i consumatori. A cominciare da Adusbef e Federconsumatori, che in prospettiva auspicano un taglio dei prezzi almeno del 20%, capace di produrre risparmi di 50-60 euro l’anno per le famiglie.

Critico il commento dell’on. bresciano Stefano Saglia (vicepresidente della commissione Attività produttive della Camera e responsabile Industria ed energia di An): «Il Governo - dice - ha annullato la liberalizzazione del settore elettrico. Si rinvia al 31 dicembre l’apertura vera del mercato per nascondere le gravi inadempienze dell’Esecutivo». Il decreto, spiega ancora Saglia, «congela la situazione e saranno pochissimi gli italiani che cambieranno fornitore. Bersani non se la prenda con il Parlamento perchè non c’entra nulla il fatto che non sia stato approvato il suo disegno di legge. Trattandosi di una delega avrebbe comunque rinviato la decisione a un decreto legislativo. Famiglie e piccole imprese continueranno a pagare la bolletta più salata d’Europa».

dal Giornale di Brescia
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