Troppi morti sulle nostre strade
di Erregi

Bilancio negativo per il bresciano: sette le vittime della strada nel mese di ottobre, 95 dall’inizio

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Record tristemente battuto, quello del 2010, e siamo solo all’inizio di novembre. Lo scorso anno il numero di persone morte in seguito a incidenti stradali nella provincia di Brescia arrivava a 81, quest’anno siamo già a 95

La cifra conteggia anche i bresciani deceduti fuori dalla provincia, ma non è certamente una consolazione. E la Valtrompia non è certo un oasi di pace: di poche settimane fa l’incidente che è costato la vita a Stefano Bertussi, lungo la SP 345, a Lavone di Pezzaze.

E purtroppo è solo uno dei tanti della lista: a Polaveno, proprio per motivi di sicurezza stradale, sono stati installati speed check, che, si spera, scoraggino auto e moto a superare i limiti di velocità, che nella stragrande maggioranza dei casi sono causa o concausa di un incidente.

Molti anche i posti di blocco predisposti o in programma lungo tutta la Valle, ma ancora il numero delle vittime o delle persone con lesioni anche gravi, non solo non  accenna a diminuire, ma continua, invece, ad aumentare.

Nel conteggio, poi, sono inseriti anche i pedoni che, quando coinvolti, hanno quasi sempre la peggio: undici i pedoni travolti ed uccisi da auto e 10 quelli deceduti dopo essere stati investiti da motociclette.

Nonostante i maggiori controlli e introduzione di pene severe per la guida in stato di ebbrezza o, comunque, per la guida pericolosa, che comprendono anche il ritiro della patente e del mezzo di trasporto, la percentuale continua a salire.

Gli appelli, le pubblicità progresso, i guidatori designati e tutti i diversi servizi offerti, per esempio fuori dalle discoteche (come gli alcoltest gratuiti) sembrano essere poco più che cure palliative.

Al di là delle cinture di sicurezza, degli airbag e della sempre maggior sicurezza che la tecnologia in campo automobilistico cerca di garantire, la prima cosa da fare salendo in auto o montando sulla moto, ancor prima che mettere la cintura o allacciarsi il casco, è quella di utilizzare il buonsenso.

Certamente siamo umani, e un errore di distrazione, un attimo di debolezza possono portare a conseguenze gravi, senza che ci sia al volante un ubriaco o un guidatore pericoloso, ma certamente se tutti fossero più attenti e prudenti qualcosa cambierebbe.

 

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