Una scuola per il Pakistan
di Cesare Fumana

Parte dall'Istituto comprensivo di Gavardo un progetto per la costruzione di una scuola femminile nel Punjab Pakistano, in una zona colpita dalla grave alluvione del 2010.

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Da un progetto interculturale nella scuola a una iniziativa di cooperazione internazionale. È quanto sta avvenendo all’Istituto comprensivo di Gavardo, dove la collaborazione fra scuola, comitato genitori, comunità Pakistana e Fondazione Guido Piccini sta per realizzare la costruzione di una scuola primaria femminile a Shoharat Wala Kot Addu, nella provincia del Punjab, nel centro del Pakistan. Il progetto è stato presentato mercoledì presso l’Istituto dal nuovo dirigente scolastico Giancarlo Bornati, che ha voluto al fianco il suo predecessore Antonio Butturini, fra i promotori del progetto, i rappresentanti della comunità pakistana di Gavardo, con il portavoce Nadim Hussein, il presidente della fondazione Piccini, Franco Valenti.

Il Pakistan è stato colpito nell’agosto 2010 da una disastrosa alluvione, la più grave mai avvenuta nel paese. Un quinto del territorio è stato devastato coinvolgendo 20 milioni di abitanti, provocando quasi 2 mila vittime, distruggendo case, edifici pubblici e infrastrutture. Fra queste 5000 scuole. La comunità Pakistana di Gavardo ha da subito avviato una campagna di raccolta fondi coinvolgendo enti e associazioni locali. Anche l’Istituto comprensivo ha accolto l’invito, dando vita all’iniziativa “Ti presento il Pakistan”, un progetto di integrazione degli alunni stranieri con l’obiettivo dell’educazione alla solidarietà e alla mondialità. Questo progetto è stato coordinato dall’insegnante Giovanna Zambelli per la scuola primaria e dalla prof.ssa Mariagrazia Anelli per le medie. Nei primi mesi dello scorso anno scolastico la maestra Zambelli, affiancata da due alunne giunte da poco dal Pakistan, ha portato avanti in tutte le classi delle diverse scuole dell’Istituto (oltre Gavardo, anche a Sopraponte, Soprazocco, Muscoline e Vallio Terme) un lavoro di presentazione del Pakistan, della lingua, della cultura, presentando anche il dramma dell’alluvione. Progetti analoghi si sono svolti anche nelle classi delle medie. I bambini si sono mostrati molto sensibili e hanno dato vita a lavoretti da mettere in vendita per il mercatino natalizio. All’iniziativa hanno collaborato anche i genitori e la comunità Pakistana.

Con il ricavato si voleva realizzare qualcosa di concreto, per questo è stata coinvolta la Fondazione Piccini che ha già realizzato interventi di cooperazione internazionale in Sud America. La decisione unanime è stata quella di destinare i contributi alla costruzione di una scuola pubblica primaria femminile. La comunità Pakistana ha inviato il suo rappresentante Nadim Hussein per individuare la scuola beneficiaria e tramite l’associazione pakistana Anjuman Frogh Zarorat Mandaan, divenuta partner locale di fiducia, è stata scelta la scuola di Shoharat Wala di Kot Addu, completamente distrutta dall’alluvione.

«Abbiamo supportato con favore questo progetto – spiega Franco Valenti, presidente della Fondazione Piccini – perché è un’iniziativa interculturale a sostegno dell’uomo, come nelle nostre finalità; inoltre c’è il valore aggiunto della partecipazione sia della comunità locale Italiana sia di quella Pakistana; infine abbiamo apprezzato la sensibilità dimostrata nella scelta di una scuola primaria femminile che accoglierà circa 300 bambine». È il primo intervento di questo genere in Medio Oriente per la fondazione, la quale tramite il rappresentate della comunità Pakistana Nadim Hussein e l’associazione partner locale ha preso contatto con il sindaco della cittadina e il preside della scuola.
Da sottolineare anche il vero spirito solidale della comunità Pakistana, visto che la scuola non è in una zona di provenienza di questi immigrati.

Il progetto prevede la rimozione delle macerie della vecchia scuola e la costruzione di un primo modulo con quattro aule, più un ufficio e i servizi. Il costo è di 23 mila euro e finora sono stati raccolti quasi la metà dei fondi necessari. Nei prossimi mesi saranno portate avanti altre iniziative di raccolta fondi. Il desiderio è di poter iniziare i lavori all’inizio del prossimo anno.

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