A caccia senza licenza
di red.

Prosegue senza sosta l’attivitŕ dei Forestali del Noa contro il bracconaggio nelle valli bresciane. A Vobarno trovati due cacciatori, fra cui un minore, senza licenza.

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Nei primi dieci giorni di “Operazione Pettirosso”, portata avanti dagli agenti del Noa (Nucleo Operativo Antibracconaggio) del Corpo Forestale dello Stato nelle valli Bresciane sono stati numerosi i sequestri effettuati, fra Valle Camonica e poi ancora a Lodrino nel valico tra Val Trompia e Valle Sabbia, per finire a Bagolino, in Valle del Caffaro, laterale alla stessa Valle Sabbia.

In tutto sono stati denunciati 31 bracconieri in flagranza di reato e sequestrato 36 reti da uccellagione, 99 trappole tipo “sepp”, 328 archetti, tre fucili, 141 uccellini recuperati ancora vivi e ben due chili e mezzo di uccelli spellati ed in alcuni casi appallottolati nel congelatore. Non meno di trecento animali, dicono alla Forestale.

A Vobarno, in località Cascina Brasassi, un minore è stato trovato a caccia con due cacciatori, uno perfettamente in regola, mentre l’altro aveva la licenza di caccia scaduta.

E poi, il minore a caccia. E già successo lo scorso anno, in compagnia del papà cacciatore e recidivo sempre per reati venatori (la legge sulla caccia, per molti suoi reati, consente il mantenimento dell’attività venatoria). Ora, il fatto si è ripetuto in località Cascina Brasassi, nel Comune di Vobarno. In compagnia del minore due cacciatori. Anzi, uno perfettamente in regola, mentre il secondo era in possesso della licenza di caccia scaduta. Al minore è stato contestato il reato di porto abusivo d’armi. Ai due è stata anche contestata la detenzione di avifauna particolarmente protetta: avevano infatti nel carniere alcuni pettirossi.

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