Alla scoperta della montagna
di Cesare Fumana

Si è conclusa per quest’anno l’iniziativa didattica proposta dalle Penne nere della “Monte Suello” al rifugio di Campei de Sima, che ha accolto più di 700 studenti.

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Un’escursione in montagna che consente di trarre tanti spunti e dove non mancano le sorprese. È quella proposta alle classi della scuola primaria dagli alpini della sezione “Monte Suello†di Salò, presso il loro rifugio di Campei de Sima, nel parco naturalistico dell’Alto Garda. Un’iniziativa meritoria, coordinata da anni da Giancarlo Pelizzari, insegnante in pensione e consigliere della sezione Ana. Quest’anno, fra primavera e inizio autunno, sono state accolte al rifugio 36 classi, per un totale di 740 bambini e 77 insegnanti.

L’ultima escursione si è svolta venerdì e sabato scorso. Protagonisti i 47 alunni delle classi quinta A e quinta B della scuola primaria “Papa†di Desenzano, accompagnati dal maestro Alessandro e dalle maestre Stefania, Rossana e Liliana e dalle penne nere desenzanesi, impegnate nell’assistenza e nella gestione del rifugio. Per i bambini è un’esperienza unica e indimenticabile, vuoi perché per molti è la prima volta che stanno via da casa senza i genitori, e per alcuni si tratta pure di una prima volta in montagna. «L’escursione a Campei – spiegano gli insegnanti – è l’ultimo tassello di un percorso di educazione ambientale che portiamo avanti da alcuni anni con gli alpini. Si inizia con le seconde classi con la piantumazione di alberi in alcuni parchi cittadini; per le terze è prevista la presentazione di diapositive sulla salvaguardia della montagna; in quarta i bambini vengono accompagnati per una passeggiata sulle colline moreniche; infine, in quinta, l’attesa gita al rifugio di Campei».

L’escursione è iniziata venerdì pomeriggio con l’arrivo in pullman nella frazione di Degagna di Vobarno, dove vengono caricati gli zaini su un pick-up per rendere meno faticosa la salita fino al rifugio alpino, che a tratti presenta pendenze impegnative, che mettono a dura prova più gli insegnanti che gli alunni, galvanizzati dalla gita. Giunti a Campei, dopo la merenda, è già tempo di una prima escursione nella vicina faggeta, con alberi secolari dove non mancano i nidi del picchio nero. A guidarli in questa scoperta c’erano i Forestali di Vobarno. Il sabato mattina, dopo colazione, un’oretta di diapositive sulla flora e la fauna di montagna illustrate dall’agente del nucleo ittico venatorio della Provincia, Ermanno Bollin.

Prima di una nuova passeggiata fra i boschi la sorpresa. Il guardiacaccia fa mettere in cerchio la scolaresca ed estrae da una scatola di cartone una civetta. Si tratta di un rapace ritrovato dieci giorni prima a Cunettone, a lato della strada. Molto probabilmente è finita addosso a una vettura, riportando un trauma da impatto. Gli agenti delle Provincia l’hanno portata presso il Centro recupero animali selvatici Valpredina, Oasi Wwf di Cenate Sopra, in provincia di Bergamo, dove è stata curata e in breve tempo si è ristabilita. Mentre l’agente illustrava le caratteristiche e le abitudini dell’animale notturno, i ragazzi hanno sgranato gli occhi per ammirare da vicino il rapace e immortalarlo con le loro macchine digitali. Appena liberato, in un lampo l’animale è volato via, per rifugiarsi nel primo cespuglio del bosco sottostante.

Ma la mattinata ha riservato ancora nuove sorprese. In fila indiana e in religioso silenzio, «Entriamo in un santuario della natura» ha raccomandato dal guardiacaccia, si è raggiunta la grotta carsica del “Büs del lufâ€, per ammirare stalattiti e stalagmiti. Sulla via del ritorno una sosta per ammirare le montagne circostanti e dare uno sguardo al lago di Valvestino. Per mezzogiorno il ritorno al rifugio per divorare il pranzo preparato nel frattempo dagli alpini. Caricati i bagagli, era già tempo di ritornare a casa, con la consapevolezza di aver vissuto tante esperienze irripetibili.

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