Una vita dedicata alla tv dei bresciani
Entrň a far parte dello staff di Teletutto nel 1984 come redattore ordinario. Dieci anni dopo l’incarico prestigioso di direttore di Teletutto, Telenord e Radiobresciasette.
Al suo nome č legata la trasformazione della televisione locale.


Fulvio Manzoni, direttore di Teletutto, Telenord e Radiobresciasette, se n’è andato ieri, nel primissimo pomeriggio, a meno di dieci mesi dall’insorgere dei primi subdoli segnali della tremenda malattia che se l’è portato via. Ed ha lottato fino alla fine, con coraggio e determinazione, perchè sentiva l’ingiustizia di lasciare la sua adorata famiglia appena superata la soglia dei cinquant’anni.

Fulvio è infatti nato il 13 marzo del 1957; ultimo di tre figli, ha studiato al Liceo scientifico Calini di Brescia e si è poi laureato in Economia e commercio a Parma. Proprio negli anni del Calini ha maturato le sue convinzioni, partecipando da protagonista alla nascita della Cooperativa cattolico democratica di cultura, fondata da Matteo Perrini.
Dopo gli studi si è poi affacciato al giornalismo diventando collaboratore delle iniziative editoriali di don Mario Pasini: è stato prima redattore della rivista «Madre», poi collaboratore del Giornale di Brescia, del settimanale diocesano «Voce del Popolo» e corrispondente del «Giorno».

Entrò a far parte dello staff di Teletutto nel 1984 come redattore ordinario. Dieci anni dopo l’incarico prestigioso di direttore di Teletutto oltre che di Telenord e Radiobresciasette. Al suo nome è legata la trasformazione della televisione locale, le dirette dei grandi eventi, il racconto puntuale della società bresciana.
Al suo fianco nella vita, «da sempre», la moglie Lucia Valer con la quale avrebbe dovuto a breve festeggiare il ventiquattresimo anniversario di matrimonio. A lei va il nostro pensiero, il nostro abbraccio. A lei e alle figlie Anna e Valentina.

Si divideva tra tv e famiglia, il direttore Fulvio Manzoni, rubando spesso tempo agli affetti per assolvere agli impegni del suo mestiere, che non ha orari fissi nè giorni certi di riposo. Quando poteva, quando il lavoro glielo consentiva, «scappava» nella sua Cavalese, in Trentino, vero rifugio montano per «ricaricare le pile», una sana boccata d’ossigeno per riprendere poi con vigore e rinnovato entusiasmo l’impegno quotidiano dietro la scrivania.
Ma anche sempre pronto a scendere in campo in prima persona, quando gli eventi lo richiedevano. Com’è stato per tanti anni. Com’è stato per le «dirette» di tanti eventi legati al nostro territorio, con la passione e la dedizione che tutti gli hanno sempre riconosciuto.

Poi l’autunno scorso la notizia del suo male che lo ha consumato poco a poco. Ma anche la sua lotta per la vita, coraggioso e determinato a non lasciarsi sconfiggere, certo di avere, comunque, la meglio sulla malattia, senza abbassare la guardia o abbandonarsi a momenti di sconforto.
Ancora fino a poche settimane fa dal letto d’ospedale metteva su carta alcune idee, suggerimenti e propositi per l’autunno, per il prossimo palinsesto. Dal Tg, alle rubriche, agli approfondimenti, all’intrattenimento. Un pensiero costante, insomma, alla «sua» Teletutto. Ci spiegava cosa e come avrebbe inteso migliorare il prodotto da offrire a chi sta davanti al televisore.

Ieri pomeriggio il suo cuore ha ceduto, lasciandoci una grande tristezza, ma anche tanti insegnamenti preziosi.
In queste ore la salma riposa nella camera ardente allestita all’obitorio della Domus Salutis a Costalunga. I funerali sono fissati per domani, martedì, alle 15.30, in Duomo.

Diego Archetti dal Giornale di Brescia
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