Le donne nell’arte
di red.

Questa sera nella Sala dei Provveditori a Sal una conferenza intitolata “La donna nell’arte dei gran-di maestri” con il critico d’arte Simone Fappanni.

http://lnk.so/GMJk

 

Questo sabato sera, 3 settembre, alle 20.45, presso la Sala dei Provveditori, l’Amministrazione comunale promuove la conferenza “La donna nell’arte dei grandi maestri”. A parlare di questo affascinante tema è stato invitato il critico d’arte Simone Fappanni, autore del volume “L’intimo segno rosa. Arte. Donne. Simboli”, uscito per Grafo edizioni.

Partendo dalla constatazione che il soggetto femminile risulta essere uno dei più frequenti nella storia delle cosiddette “Belle Arti”, il relatore proporrà una riflessione su quei capolavori che hanno variamente interpretato la femminilità. L’excursus, che si trova anche nel volume, prende le mosse da Cimabue e da tutto quel filone pittorico denominato “della Maestà”, essenzialmente legato alla raffi-gurazione della Vergine. Da lì il discorso si sposta su altri notevoli autori, come Giotto, Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Masaccio, ove si ravvisa sempre una precisa attenzione al tema della donna. Procedendo attraverso un affascinante cammino cronologico, ci si soffermerà su due grandi capolavori vinciani, la “Gioconda”, emblema della Pittura e dell’Arte, e “La dama con l’ermellino”, esempi di una femminilità misteriosa e per certi aspetti anche seducente. Si passa quindi ad altri artisti immortali, da Caravaggio, con il caratteristico studio chiaroscurale applicato a figure femminili estremamente espressive, alla sensualità di Ingres, da Goya a Zandomeneghi, da Matisse a Modigliani, con le distintive donne dal collo allungato, da Dalì, con donne immerse in una sospesa surrealtà ai contemporanei, in un “viaggio” nella definizione dell’arte dedicata all’universo in rosa che non smette di affascinare per vastità e ricchezza, tanto da essere un vero e proprio “tema in finito”.

«Tutto ciò – spiega il relatore – rimanda alle molteplici visioni e rappresentazioni della femminilità offerte dall’arte che molto spesso sottintendono, in modo più o meno velato a seconda dei casi, una precisa simbologia. La scoperta di questa parte “non palese” dell’opera d’arte dedicata all’altra metà del cielo, diventa pertanto un argomento di estremo interesse per avvicinare capolavori conosciuti e altri che, pur essendo forse meno noti al grande pubblico, si rivelano funzionali a una più ampia comprensione dell’uomo e delle dinamiche personalissime che lo contraddistinguono. Inoltre, nel corso dei secoli, un tema “infinito” qual è quello della donna ha avuto innumerevoli voci interpretative, le prime legate per lo più al simbolo, con forte implicazioni mistiche o religiose, per poi andare a configurarsi anche come meta-narrazione, creando spazi raffigurativi onirici e di pura fantasia, pur senza mai abbandonare completamente il filo rosso che riconduce sempre alla realtà-reale e alla quotidianità».

110903Gioconda.jpg