Nuovo «sentiero vita» ad Anfo
Dar nuovo valore ai numerosi sentieri di montagna che, dal lago d’Idro, si ramificano sulle alture rigogliose e verdeggianti della Valle Sabbia. Questo è il progetto.

Dar nuovo valore ai numerosi sentieri di montagna che, dal lago d’Idro, si ramificano sulle alture rigogliose e verdeggianti della Valsabbia. Parte infatti da Anfo una nuova proposta per occupare il tempo libero dei villeggianti che scelgono la valle, consapevoli di ricavare giovamento dalla quiete del piccolo laghetto prealpino ma spesso ignari su ciò che riguarda la rete di sentieri sui monti che incorniciano l’Eridio.

Per permettere ad un sempre maggior numero di persone di godere delle risorse ambientali della Valsabbia è stato realizzato un sentiero con speciali caratteristiche che lo rendono adatto anche ad improvvisati escursionisti di qualsiasi età.
Sfruttando antichi tragitti utilizzati dai partigiani in tempo di guerra è stato ideato un percorso, della durata di circa 45 minuti, che partendo dal centro di Anfo raggiunge la chiesetta di S. Petronilla e da lì scende nuovamente al paese costeggiando a tratti un rivolo che si fa strada nel bosco.

Per ripulire il cammino, denominato «Sentiero Vita» e segnalarlo con idonee indicazioni va ricordato il lavoro di Renato Seccamani e di Anselmo Foglio che hanno messo a profitto il loro tempo, valorizzando luoghi abbandonati.
Parte del merito va anche al Comune, in particolare all’assessore Umberto Bondoni che si sta dando da fare per completare il sentiero con punti di sosta e panchine affacciate sui panorami del lago.

L’importanza del sentiero sta anche nel fatto che rappresenta il punto di partenza per altre escursioni, più adatte a buoni camminatori, che raggiungono le cime del monte Censo e del monte Baremone, noto per la presenza di un forte che fu strategico avamposto per arginare le avanzate nemiche.
Procedendo su questi sentieri è possibile raggiungere anche i paesi di Lavenone e di Idro usufruendo di vie ancora oggi quasi inesplorate per trascorrere qualche ora a stretto contatto con una natura incontaminata, ancora non intaccata dalla mano, talvolta irrispettosa, dell’essere umano.

Michele Avigo dal Giornale di Brescia
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