La corsa rosa è lo specchio della società
di Giancarlo Marchesi

Il primo Giro d'Italia prende il via a Milano alle 2,53 del mattino il 13 maggio 1909, come iniziativa promozionale della Gazzetta dello Sport: da quasi un secolo il Giro è dunque un'istituzione, fa parte della storia e dell'identità italiana.

Il primo Giro d'Italia prende il via a Milano alle 2,53 del mattino il 13 maggio 1909, come iniziativa promozionale della "Gazzetta dello Sport": da quasi un secolo il Giro è dunque un'istituzione, fa parte della storia e dell'identità italiana come poche altre cose, e certo più di ogni altra manifestazione sportiva.

E' quindi un oggetto particolarmente adatto a essere indagato dal giornalista, che nella vicenda del Giro vede riflettersi l'evoluzione sociale ed economica del Paese.

Nei duelli fra Ganna, Gerbi, Girardengo, Binda e Guerra, Bartali e Coppi, Gimondi e Merckx, Moser e Saronni, Bugno e Chiappucci, Simoni e Cunego l'Italia "pedala" fuori dalla guerra verso il boom, dalla crisi petrolifera degli anni ’70 al nuovo millennio, affacciandosi alla modernità, al lavoro industriale, alla civiltà di massa alla nuova economia digitale.

Con minuziosa attenzione non solo alle cronache, ma anche alle innovazioni tecniche, al contorno pubblicitario, persino ai gadget (dalle figurine agli indimenticabili tappi a corona con l'immagine dei corridori) che alimentano la passione e la mitologia popolare, il Giro porge allo spettatore attento una visone del nostro Paese, che illumina molti ed essenziali tratti della società italiana.
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