2025 odissea di Fondovalle
di Aldo Vaglia

In quali tempi gli antichi Romani hanno completato gli 80.000 chilometri delle loro 29 principale strade? Noi ci metteremmo 3940 anni.

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Era il 9 febbraio del 2008 l’allora assessore ai lavori pubblici della provincia di Brescia Parolini in un convegno a Barghe rassicurava i presenti sull’imminente inizio dei lavori del tratto Ponte Re – Idro.
Cartina alla mano spiegava il tracciato dei nemmeno 10 chilometri che separavano le due località.
Progetto approvato, fondi già stanziati da regione e provincia, si era solo in attesa di  VIA ( valutazione impatto ambientale) e di definizione con i privati per gli indennizzi.
Sembra che al dunque solo la provincia di Trento abbia veramente la disponibilità economica e la volontà di proseguire le opere.
 
Regione Lombardia e Provincia di Brescia stanno in ogni caso rispettando i loro tempi.
Se per fare 35 chilometri ci sono voluti 50 anni per ultimare gli altri 25 ne serviranno 35. Quattordici per completare il tratto Ponte Re – Idro.
Nel 2025 con banda e fasce tricolori verrà inaugurato anche questo pezzettino di super strada.   
Nessun senso del ridicolo li sfiora, non  manifestano nemmeno un po’ di vergogna per l’ironia profusa a larghe ganasce sulla famigerata Salerno Reggio Calabria, non si rendono nemmeno conto, o non lo danno a vedere, che l’andazzo pubblico è lo stesso sia che si stia sopra o sotto il Po.
E' certamente vero che l’elettorato conta sempre meno e gli eletti sono, soprattutto tra le alte sfere, dei nominati, ma un po’ di decoro e autostima sarebbe il meno che si possa richiedere a questi rappresentanti del popolo.
 
Il pericolo è che se ne vadano anche i fondi del trentino al quale spassionatamente consiglierei di non attendere né Brescia né Milano se vuol vedere la realizzazione del tratto in tempi decenti.
Chissà che un’ulteriore dimostrazione di inefficienza non faccia da detonatore, risvegli dal torpore gli addetti ai lavori e li distragga dagli intrallazzi ricordando che nei propri doveri rientrano anche quelli di dotare le zone marginali delle infrastrutture necessarie per la competitività e la difesa dei posti di lavoro sul territorio.
 
Non si può dar sempre la colpa a  “Roma ladrona” per le proprie incapacità e inadempienze.
Questo è un esempio di come le funzioni delegate alle autonomie locali non siano servite a nulla.
È troppo comodo trincerarsi oggi dietro la crisi e la mancanza di denaro.
Una delle cause principali di questo stato di cose sono proprio lo sperpero che se n’è fatto lasciando le valli nelle condizioni che sono tuttora. 
 
Aldo Vaglia
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