I volontari non ci stanno
di val.

Dura presa di posizione da parte dell'Associazione dei Volontari Ambulanza di Valle Sabbia in merito ai cambiamenti previsti dal 118 per la gestione delle emergenze in Valle

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La norma regionale che impone il ridimensionamento della presenza dell’auto medicalizzata a Nozza, che come abbiamo scritto ieri dal prossimo anno potrebbe “perdere” il medico rianimatore durante il giorno, non piace ai volontari dell’Associazione Ambulanza di Valle Sabbia, che rivolgono un appello agli amministratori perché si preoccupino di valutare bene le novità, alla luce del fatto che nel corso del 2010 la medicalizzata di Nozza è stata chiamata a 606 interventi fra Vobarno e Bagolino, comprese le convalli.
 
“Pensiamo che i 368 codici rosso dei quali 244 diurni, sommati ai 225 codici giallo, con una percorrenza di 27.208 Km fatti a bordo di un ambulanza fornita da noi con 61 autisti/soccorritori volontari, siano un buon motivo per cui questo servizio non debba essere ne dismesso e tanto meno riposizionato, come dice il dottor Mare” affermano i valsabbini, convinti come sono che “lo scopo della ridistribuzione è prettamente economico e se vogliono risparmiare sull’emergenza non lo facciano con la Valle Sabbia, territorio già abbastanza svantaggiato”.
 
Dall’associazione arriva dunque un secco no alle novità che la nuova pianificazione intende introdurre nel ridistribuire i mezzi di soccorso.
“Qualora non venisse confermata una postazione medica avanzata a Nozza 24h – minacciano i volontari -, la nostra associazione intende non partecipare al servizio di emergenza così come è disegnato dalla nuova norma. Sia per quanto riguarda la postazione di Nozza, sia per le postazioni a gettone che sono quelle garantite direttamente dalle sedi dei volontari”.
 
Attuamente, il servizio della medicalizzata viene svolto da un medico rianimatore e da un infermiere specializzato che si avvalgono della presenza di un autista-soccorritore e del mezzo messo a disposizione dai volontari stessi.
“Non mettiamo in discussione la professionalità degli infermieri, che si sono sempre dimostrati all’altezza del loro compito, ma è un dato di fatto che il ruolo del medico è un altro e temiamo che la Valle Sabbia, e soprattutto quelle zone che già vivono un forte disagio, si ritroveranno ulterioremente impoverite di questo fondamentale servizio”.
 
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