Nuova pista per il Parco delle Fucine
Inaugurata domenica la pista ciclabile di 26 chilometri fra Casto e Lodrino, realizzata dal Consorzio Nasego, con l'intervento anche di privati.

 

«Non ti sembra di essere in un angolo delle Dolomiti?». Il «Gnaro» Silvio Mondinelli, il valtrumplino dei 14 ottomila, si è rivolto così, ieri, a Franco Solina, il grande scalatore di tempi mitici dell'alpinismo, protagonista nel 1962 della leggendaria prima vittoriosa sulla Nord dell'Eiger. Una domanda posta mentre si guardavano attorno vicino alla cappella di San Carlo, verso Comero di Casto. E Solina ha annuito osservando la Corna Caspai e le roccette sopra i boschi con pini e larici.
I due avevano appena percorso a piedi insieme a tanta gente il tratto dalla Cucca di Lodrino, storico incrocio di strade tra Valsabbia e Valtrompia: un pezzo della nuova pista ciclopedonale tra due valli che si sviluppa su 26 chilometri, e che è stata realizzata dal Consorzio Nasego, sulla quale ieri si incrociavano già le prime mountain bike. Avevano accettato l'invito a tagliare il nastro inaugurale (dopo la benedizione del parroco don Viatore) rivolto loro dal presidente consortile Fausto Pintossi e dal vice Franco Franzoni; e sono stati ricevuti dai sindaci di Lodrino e Casto Iside Bettinsoli e Simona Freddi, dal presidente del Gal Gölem Laura Boldi e da quello della Comunità montana della Valtrompia, Bruno Bettinsoli.
Le parole di Mondinelli hanno riassunto i presupposti paesaggistici di una operazione da 350 mila euro realizzata con fondi provenienti da Regione e comuni ma anche (è una novità) dai privati. Il Consorzio Nasego si stende nei territori di Lodrino, Mura e Casto sovrastato dalla dorsale di Nasego: la ciclopedonale parte dal parco del Lembrio dalla parte Valtrumplina, sale verso Invico, la Cucca e Casto su tracciati di antiche strade e mulattiere fino al suggestivo e ormai noto Parco delle Fucine.
E consente deviazioni in bici su Comero e Alone. È insomma l'asse portante di splendide passeggiate dalle due valli verso Monte Palo, Corna di Savallo e le ferrate di Nasego e Caspai (in realizzazione), che garantiscono emozioni «dolomitiche».
La pista è fruibilissima, larga il giusto e con le pendenze più ripide aggiustate col cemento. Ma c'è dell'altro. Nella festa pomeridiana nel rifugio omonimo è stata presentata la guida «Nasego: natura cultura e sport in una terra da scoprire»; un'opera firmata da Mauro Abati, uno studioso che predilige le vicende di «luoghi marginali» (così li ha definiti).
Un volumetto agile, che sta nello zaino e nella maglia del ciclista; e che accompagna la descrizione degli itinerari con fotografie e preziose annotazioni storico-artistiche sui luoghi che si incontrano sulla bici o sulle proprie gambe.
Edmondo Bertussi da Bresciaoggi

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