Primo sì per caccia in deroga e richiami vivi
di red.

La Commissione Agricoltura della Regione Lombardia ha congedato all'unanimit un progetto di Legge per autorizzare la caccia in deroga per la prossima stagione autunnale.

La Commissione “Agricoltura” presieduta da Carlo Saffioti (PdL) ha approvato  all’unanimità il progetto di legge sulla caccia in deroga, frutto dell’abbinamento di tre distinti provvedimenti presentati rispettivamente da PdL, Lega Nord e PD-UdC.

“Questa nuova formulazione – ha evidenziato il relatore Mauro Parolini (PdL) - recepisce le indicazioni delle sentenze dello scorso anno e ci dovrebbe così mettere al riparo dal rischio di vedere il provvedimento impugnato dalla Corte Costituzionale. Nei suoi contenuti il testo è equiparato e rispettoso delle direttiva europea in materia, alla quale si rifà direttamente: il prelievo delle specie in deroga quest’anno viene limitato entro una quota inferiore all’uno per cento”. Nella stesura del provvedimento, che andrà in Aula a fine luglio dopo l’approvazione dei documenti di bilancio - riferisce un comunicato della Regione -i firmatari hanno tenuto conto dell’ultimo prospetto riassuntivo emanato dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ora Ispra) e dell’ultima pubblicazione in materia edita dalla BirdLife International, in assenza di segnalazioni successive che contrastano con tali dati.

Si individua pertanto la possibilità di cacciare in deroga le specie storno (dal 18 settembre al 31 dicembre, 10 capi giornalieri e 50 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 165mila capi cacciabili sul territorio regionale), fringuello (dal 1 ottobre al 18 dicembre, 20 capi giornalieri e 100 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 310mila capi cacciabili sul territorio regionale), peppola (dal 15 ottobre al 18 dicembre, 5 capi giornalieri e 25 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 39mila capi cacciabili sul territorio regionale), pispola (dal 1 ottobre al 13 novembre, 10 capi giornalieri e 50 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 21mila cacciabili sul territorio regionale) e frosone (dal 1 ottobre al 20 novembre, 5 capi giornalieri e 25 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 13mila capi cacciabili sul territorio regionale).

“Con questo provvedimento – ha sottolineato il presidente Carlo Saffioti - vogliamo dimostrare ancora una volta alle associazioni venatorie l’impegno e la volontà di garantire la caccia in deroga, nonostante le oggettive difficoltà esistenti e la mancata modifica della legislazione nazionale vigente in materia. Il testo che abbiamo sottoscritto è rispettoso delle direttive europee, assicura vincoli e controlli precisi e garantisce la pratica venatoria nel più assoluto rispetto delle normative esistenti in materia ambientale e faunistica, consapevoli che la caccia è una delle più antiche e nobili tradizioni della nostra Regione e la sua pratica costituisce un presidio indispensabile in molti territori regionali altrimenti abbandonati a se stessi”.

Soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti della Lega Nord Roberto Pedretti e Alessandro Marelli, che hanno asicurato il voto compatto del proprio gruppo in Consiglio, ma anche dal capogruppo dell’UdC Gianmarco Quadrini, che ha rimarcato come il provvedimento approvato oggi in Commissione recepisca appieno il progetto di legge presentato dal suo partito. Per Valerio Bettoni (UdC) e Gianantonio Girelli (PD) invece è poco chiara la "effettiva volontà politica da parte della maggioranza, che sembra - dicono - rifuggire le proprie responsabilità affidandosi nella ricerca dei numeri necessari solo alla trasversalità”. Possibilità esclusa da Saffioti che ha evidenziato come quest'anno non esista alcuna lettera ostativa all’approvazione dei provvedimenti venatori da parte del Presidente e della Giunta regionale (come invece successo lo scorso anno). Su sollecitazione del relatore Parolini e con la condivisione di altri Consiglieri, Saffioti si è quindi riservato di valutare la possibilità di dare luogo ad azioni tese a tutelare e garantire le prerogative e l’attività della Commissione, a fronte di una pesante lettera di diffida inviata dalle associazioni ambientaliste.

La Commissione ha infine licenziato anche il provvedimento (relatore Roberto Pedretti, Lega Nord) che consente l'utilizzo di richiami vivi della stessa specie, purchè provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province, e dalle stesse distribuite ai cacciatori. Complessivamente potranno essere utilizzabili a tale scopo esemplari di allodola, di cesena, di merlo, di bottaccio e di sassello, per un numero complessivo di richiami pari in Lombardia a poco più di 40mila. La parte del leone spetta alla provincia di Brescia, seguita da quella di Bergamo.

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