Un vero intellettuale
di Aldo Vaglia

Tre pesi massimi sul palco dell’auditorium di Vestone, questo l’incipit della relazione del prof. Philippe Daverio sul “ Rovescio della Bruttezza”.

 
La capacità di instaurare un immediato feeling con la sala ha dato l’avvio alla relazione del “prestante” uomo di spirito e di cultura, che è stato capace per tutto il tempo di tenere alta l’attenzione e rispondere con precisione e ironia anche alle poche domande del pubblico numerosissimo in sala. 
L’elegante eloquio e la competenza sono stati il supporto di una piacevolissima disamina sulla “bellezza” in cui non sono mancate dotte citazioni e analisi critiche.
 
Ma dove si è distinto l’intellettuale dall’affabulatore è nel non sottrarsi al compito di indicare una via da percorrere che prendendo spunto dalla realtà ha praticamente consigliato di scegliersi il proprio sviluppo con originalità e senza troppe concessioni ai partiti e alle dispute nazionali, rivalutando quei luoghi, quali i bar, dove i discorsi non seguono il canovaccio televisivo e proprio per questo più veri, più reali e più utili.
 
I sacri PGT fotocopie di tutte le bruttezze nazionali hanno ricevuto una sonora bocciatura, la stessa dei micro paesi che per la loro natura hanno una totale impossibilità di programmazione.
La concretezza per  quanto è possibile fare in tempi brevi può essere raccolta dai cittadini, lo può essere ancora di più dalle amministrazioni largamente rappresentate dai sindaci di Vestone e Mura, organizzatori e fondatori, con altri comuni, del distretto culturale e dalla comunità montana presente all’evento col suo presidente.
 
L’importanza della cultura per uscire  dalla crisi e non  arroccarsi nell’autarchica difesa dell’orticello fanno ben sperare per il futuro. Le crisi sono generalmente dovute a mancanza di previsione e di intelligenza, uscirne è sempre più complicato che entrarci, la strada è una sola ricercare e sperimentare.
Il coraggio, l’iniziativa, il lavoro sono nel DNA dei valsabbini, sono il “Rovescio della Bruttezza” sono stati nei secoli la molla capace di trasformare “criticità in ricchezza”; il solo fatto di prenderne atto contribuisce ad avvicinarne la soluzione.
 
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