Il sapore del dolore
di Itu

Per ognuno la strada da seguire è difficile, ma possiamo considerare che soffrire ci riguarda tutti indistintamente.

 
Ci sono zone dentro ogni famiglia che sono esposte come ferite che non vogliono guarire, quasi un ripassare continuamente sulla piaga che infetta a cascata tutte le generazioni che non vogliono soffrire.
Inutile ignorare, a provarci si sente solo che è uno storcere il capo ma il cuore rimane ancora più attaccato e ogni distacco riporta un blocco, un sapore amaro che non guarisce.
 
Nella mia famiglia ho le mie perle, ne raccolgo una nel  vedere mia madre ancorata nella sua giovane vecchiaia al tradimento dei suoi tre anni, mio nonno sovrappensiero in moto cade e si spezza, non torna più a casa dalla sua giovane e trepidante moglie e dalla sorellina che è di soli due anni più grande di lei.
 
Tutto il mondo le è diventato buio, tutta la sua vita si è svolta dentro questa assenza per lei incolmabile e quell’umore ha bagnato tutte le cose successe dopo.
Non ha voluto o potuto trovare pace e il suo dolore è diventato a volte l’invidia nei confronti dei suoi compagni con entrambi i genitori, a volte l’esaltazione per la sua volitiva intelligenza che mal si adattava ai ritmi impietosi di una famiglia grande da seguire, altre un’impietosa illusione che ha scolorito tutte le occasioni di gioia.
 
Trovo che è importante accarezzare quel suo dolore, per anni sono rimasta inchiodata a cercare una soluzione impossibile al suo dispiacere, poi mi sono accorta che dovevo andare incontro alla mia vita.
 
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