«Progetto Falck», non mancano forti critiche
C’è la politica urbanistica dell’amministrazione comunale di Vobarno al centro del forte attacco della minoranza consiliare.

C’è la politica urbanistica dell’amministrazione comunale di Vobarno al centro del forte attacco della minoranza consiliare. Che ha chiesto addirittura le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica Stefano Francinelli e di Aurelio Bizioli, presidente di «Progetto Vobarno».

Sul piatto della bilancia, il gruppo di opposizione «Vobarno futura» piazza due pesanti considerazioni: «Innanzitutto - spiega il capogruppo Paolo Pavoni - Francinelli ha manifestato una evidente insensibilità ambientale e paesaggistica, e l’incapacità a gestire il mandato di assessore all’Urbanistica; inoltre, a Bizioli contestiamo la manifesta subalternità agli interessi, pur legittimi, dei costruttori.

Ormai - continua Pavoni - è visibile a tutti lo scempio edilizio compiuto nelle aree ex Falck: il Comune e la società Progetto Vobarno (di cui il Comune è unico proprietario) hanno rovinato la fisionomia ambientale e paesaggistica del paese senza realizzare gli obiettivi previsti dall’intervento di recupero».

Un recupero che, iniziato nel ’94, ha messo in campo circa 40 milioni di euro. «Il primo obiettivo - aggiunge Eugenio Saletti, altro esponente di opposizione - era la creazione di 250 nuovi posti di lavoro nei capannoni realizzati. Ma in realtà, Progetto Vobarno ha dovuto svendere gli ultimi 9 capannoni, che erano già a prezzo convenzionato, a una società immobiliare con un’ulteriore ribasso del 20%, visto che nessun’altro era interessato all’acquisto di spazi ritenuti strutturalmente non idonei. L’obiettivo, dunque, è stato mancato».

Il secondo risultato previsto era quello di ricavare dalla vendita delle nuove strutture i soldi necessari per costruire un nuovo municipio: «Ma ai vobarnesi resta il vecchio palazzo comunale con le sue barriere architettoniche».

Il terzo obiettivo prevedeva la realizzazione di un auditorium comunale: «Per un paese come il nostro senza spazi adeguati per incontri e riunioni, era un’opera necessaria. Ma l’auditorium, progettato, non è mai stato iniziato».

«Senza contare - rincara Egidio Lancini - che al Comune sono rimasti beni per un valore di gran lunga inferiore al contributo ricevuto dalla Regione, circa 9,5 milioni di euro».
Inizialmente la minoranza era a favore dell’operazione ex Falck: «Ma poi hanno cambiato le carte in tavola con un progetto che, modificato a piacere loro, ha perso le caratteristiche per cui fu votato. Ora - continua Saletti - l’area ex Falck offre decine di appartamenti invenduti, mentre si è persa l’occasione di ristrutturare il centro storico. Ed è un fallimento anche il nuovo Piano regolatore».

Infine, l’ultimo punto che fa infuriare la minoranza: «Nell’area della scuola elementare si realizzerà un parcheggio da 30 posti auto su 5000 metri quadri di proprietà comunale. Fin qui va bene.

Ma è proprio necessario il previsto taglio delle 60 piante di 30 anni che sono cresciute sull’area, oggi l’unico polmone verde del centro di Vobarno? Certo è previsto il ripristino degli alberi, ma servono decenni perchè una pianta cresca. Non è possibile conciliare parcheggi e salvaguardia del verde? Crediamo che l’assessore all’Urbanistica non abbia adeguatamente valutato progetto e computo dei lavori. Lo invitiamo a farlo. E poi, a dimettersi, portando con sé il presidente di "Progetto Vobarno"».
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