Comitato acqua: «Servizio idrico da ripensare»
di red.

«La volontà popolare si è espressa. Ora è necessario che si inizi a percorrere la strada che i cittadini hanno indicato».

A risultati dei referendum definiti, il Comitato Bresciano 2 sì per l’Acqua Bene Comune ha diffuso una nota nella quale chiede un cambiamento anche a Brescia nella gestione dei servizi pubblici tenendo conto dell’indicazione popolare.

I referendum per l’acqua bene comune hanno segnato un successo straordinario e segnano una svolta nel nostro paese, per la prima volta vengono sconfitte le politiche neoliberiste di primato del mercato, che per decenni hanno imperversato indisturbate.
Nonostante la data dei referendum fissata in modo da scoraggiare l’affluenza. Nonostante i tentativi di scippo del referendum con interventi legislativi per evitarlo, nonostante il ridotto spazio sui mass media, il ritardo con cui è stato approvato il regolamento RAI per la campagna referendaria, l’informazione carente che ha richiesto ripetuti interventi dell’AGICOM. Nonostante il tentativo da parte di molti mass media di ridurre la novità di un referendum costruito dal basso da cittadini, movimenti, gruppi e associazioni della società civile ai consueti riti della politica mediatica.
Una larga coalizione ha permesso questo, una coalizione inedita che nasce dalla società, da una partecipazione dal basso e da una attivazione spontanea di cittadine e cittadini che non delega alla politica istituzionale su temi fondamentali come quello della gestione dell’acqua e dei beni comuni.
Il successo dei referendum non è la fine del nostro percorso. Questo successo apre una nuova fase per restituire il servizio idrico alla gestione collettiva, per garantirne l’accesso a tutte e tutti e tutelarlo come bene comune. Vogliamo un nuovo modello di pubblico, basato sul controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali. Questo e nient’altro è quello che chiedevano i quesiti referendari. Questa è la decisione degli italiani con il successo dei referendum.
Chiediamo quindi l’approvazione a breve della legge di iniziativa popolare presentata dai movimenti per l’acqua pubblica che attualmente giace nelle commissioni parlamentari. Questa è l’unica legge consona con l’esito di questi referendum.
Una legge che vuole riportare la gestione del servizio idrico in mano a società di diritto pubblico, aziende speciali e consorzi e non S.P.A., che non vedano la presenza di privati, che garantisce il diritto a 50 Lt / giorno di acqua per tutti finanziato dalla fiscalità generale, che prevede investimenti pubblici per la sistemazione delle reti idriche e che chiede la gestione partecipativa di questo servizio.
Chiediamo l’immediata cancellazione dalle tariffe della remunerazione del capitale investito, come richiesto dai cittadini con questo referendum.
Anche a Brescia la gestione del servizio idrico andrà radicalmente ripensata in relazione ai risultati di questo referendum. Vogliamo anche a Brescia una gestione improntata ai principi della nostra legge d’iniziativa popolare.

Il Comitato Bresciano 2 sì per l’Acqua Bene Comune

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