Gattopardo partigiano
Il sindaco di Gavardo ribadisce sul Gattopardo la sua posizione in merito alla decisione di non partecipare alla commemorazione partigiana di Provaglio.

 
Gentile Direttore,
le chiedo un po’ di spazio per poter rispondere ad un editoriale dal titolo “GAVARDO E I GENDERMI DELLA MEMORIA” apparso sul periodico dell’Amministrazione Comunale di Gavardo “Il GATTOPARDO” e relativo alla querelle della mancata partecipazione del comune di Gavardo all’annuale manifestazione del 25 aprile a Provaglio V.S. per ricordare i partigiani fucilati dai fascisti.
 
Il Sindaco Vezzola Emanuele aveva motivato (e lo riafferma nell’articolo testé citato), che la mancata partecipazione del comune alla manifestazione di Provaglio V.S., era dovuta al comportamento dell’ANPI, che qualche settimana addietro, aveva osato manifestare a Milano contro il governo Berlusconi.
 
Ecco in sintesi le parole del Sindaco riportate nell’editoriale: “Ciò che ho espresso in quelle righe era un giudizio, non sui valori e sulla memoria, ma molto più semplicemente sulle scelte di una Associazione, in questo caso l’ANPI, che a mio parere, in questo tempo, anziché promuovere il valore unificante della Resistenza sembra più interessata a partecipare attivamente alla militanza contro il Governo, schierandosi come fosse un partito dello scenario politico italiano. Ecco il motivo per il quale ho ritenuto di non partecipare, in rappresentanza di tutti i Gavardesi, ad un appuntamento promosso da questa associazione che ritengo politicamente di parte”.
 
Forse il signor Sindaco ha tralasciato di ricercare, oppure ha fatto finta di non comprendere, i motivi per i quali l’ANPI ha manifestato contro il Governo Berlusconi il quale, fin’ora, non ha mai dato prova di promuovere il valore unificante della Resistenza né tantomeno di difendere i valori fondanti della nostra Costituzione ma, piuttosto, di stravolgerli.
 
Può darsi che l’ANPI abbia deciso di scendere in piazza (non era mai successo prima contro un governo), perché, oggi come allora, ha ravvisato il reale pericolo di una deriva populista e anticostituzionale pericolosa per la nostra democrazia.
Io credo che con quel gesto l’ANPI abbia soltanto voluto svegliare le coscienze degli italiani e metterli in guardia di quanto sta accadendo.
Non dimentichiamoci che una dittatura può nascere anche dal voto popolare; del resto il fascismo è salito al potere non attraverso un colpo di stato ma grazie al consenso espresso dagli italiani.
 
Cordialmente.
Marco Simoni
 
zLettere.jpg