Ai cittadini di Gavardo
Paola Pasini, candidato sindaco a Gavardo sconfitta nelle ultime elezioni, ci chiede di pubblicare una lettera aperta ai suoi concittadini. Lo facciamo volentieri.

Alle cittadine e ai cittadini di Gavardo,
 
mi permetto di chiedere ospitalità al direttore per entrare nelle case dei lettori solo per offrire qualche considerazione su quanto sta accadendo a Gavardo in questi ultimi tempi.
Purtroppo non posso fare diversamente. Non posso scrivervi con un volantino dalla bella veste patinata (non abbiamo molte risorse economiche) o con il notiziario comunale, Il Gattopardo, che è interamente monopolizzato da questa amministrazione che lo usa come strumento di propaganda.
Mi viene riservato solo un piccolo spazio in qualità di capogruppo e l’ultima volta avevo inviato un articolo e mi é stato chiesto di ridurlo perché avevo scritto troppe righe (mezza pagina a fronte delle 29,5 occupate dall’amministrazione di Vezzola).
 
Come sapete due anni fa sono stata candidato-sindaco a capo della lista civica Gavardo al Centro.
Il nostro gruppo ha ricevuto un numero inferiore di voti rispetto alla coalizione Pdl-Lega che è risultata vincente.
Emanuele Vezzola è stato dunque nominato sindaco.
In un primo tempo vi confesso che ho cercato anche forme di collaborazione perché ero convinta - e lo sono tuttora - che l’obiettivo di tutti deve essere uno e uno solo: il bene del nostro paese e di quanti vi abitano.
 
Come ricorderete la mostra dedicata al pittore Felice Filippini è nata da una sorta di collaborazione bipartisan, salvo poi leggere sull’ultimo volantino (patinato) distribuito dal Pdl nelle scorse settimane che la mostra si doveva a questo partito politico…. Vabbè!
In questi mesi ho cercato di condurre battaglie che ho ritenute giuste nell’interesse del paese e dei valori in cui credo: il parcheggio a pagamento dell’ospedale è stato istituito dal sindaco Emanuele Vezzola, i parcheggi sui marciapiedi, lo sradicamento delle panchine, altre situazioni che io personalmente e il mio gruppo non abbiamo approvato.
 
Cosa mi è stato risposto?
Che io avevo istigato a danneggiare i parcometri. Insomma in consiglio comunale mi è stato detto che ero il mandante morale di questi danni.
Ovviamente ho dovuto presentare una querela per difendere la mia onorabilità.
Ancora: a mio avviso non si doveva assumere un vigile di 67 anni da troppo tempo lontano dall’attività lavorativa. Nulla di personale, ma io sostenevo semplicemente che la norme vanno rispettate (Brunetta docet) e che bisogna lasciare spazio a i giovani.
Per questo sono stata al centro di una campagna di denigrazione culminata sulle pagine web del sito del comune che associava il termine “balordo” alla mia persona.
 
Il sindaco non invia il gonfalone del comune alla manifestazione dell’Anpi di Provaglio Valsabbia per celebrare i partigiani valsabbini?
Io protesto, per difendere le cose in cui credo profondamente e sinceramente.
Vi invito a leggere l’editorale che il sindaco ha scritto su questa vicenda sul Gattopardo. Quanto livore! Quanto disprezzo!
 
Sono molto delusa e amareggiata.
Credo davvero che la politica dell’insulto non serva a nessuno. Soprattutto non serva al paese.
Eppure mi ritrovo spesso al centro di attacchi di questo genere, come quando si tira in ballo il mio lavoro.
Faccio la giornalista, ma non posso certo rispondere di tutto ciò che anche l’ultimo giornalista dell’ultima testata del paese che scrive su Gavardo….
O non è piuttosto che gli avvenimenti gavardesi attirano l‘attenzione di tanti giornalisti!
 
Naturalmente io vado avanti perché sono avvezza a tenere conto solo delle opinioni delle persone che stimo, ma a volte tutto questo fa molto male.
Tutti possiamo sbagliare, io per prima. Ma come è bello, Dio mio, ragionare sulle cose in serenità, seppure in una logica di maggioranza-minoranza come la democrazia ci chiede.
Ma di fronte a certe cose, a certe prese di posizione, non esiste che l’indignazione. Per cui il mio spirito di collaborazione è finito tempo fa…
 
Io – ripeto – non sono certo una che si lascia demotivare e chi mi conosce lo sa.
Qualcuno mi ha attribuito anche la definizione di “cattocomunista” con quel tono dispregiativo che si usa quando si vuole denigrare un’altra persona.
Mi piace sottolineare che non sono e non sono mai stata comunista (l’unico partito nel quale ho militato molti anni fa per un brevissimo periodo è stato il Partito socialista e oggi non mi sento di far parte di una compagine partitica) ma mi interessa molto la storia dell’idea comunista e ho una grandissima ammirazione per Antonio Gramsci oltre che per tanti esponenti di partiti di sinistra e della società civile che operano con grande dedizione e coerenza nella nostra società.
 
Cattolica sì lo sono, e vorrei una chiesa e libera e povera, come piaceva a Papa Montini.
Sono cattolica e perciò credo nella Provvidenza. Nella vita e anche in politica.
E anche per questo vado avanti con determinazione con coraggio sostenuta anche da tanti amici che condividono le mie idee, ma anche pronta rivedere la mia esistenza ogni giorno.
Le cose vere vere – diceva una persona che stimo – sono poche poche.
Solo lo sciocco è convinto di essere sempre e comunque nel giusto.
E a giurare che –ogni volta – è colpa degli altri.
 
Grazie per l’attenzione.
 
Maria Paola Pasini
Gavardo al Centro
 
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