Un profilo del ragazzo deceduto giovedì
Eros Zecchillo, il venticinquenne di Serle morto giovedì sera in un incidente avvenuto a Mazzano, lungo la vecchia statale 45 bis che collega il lago di Garda con Brescia, era un grande appassionato di motori.

Eros Zecchillo, il venticinquenne di Serle morto giovedì sera in un incidente avvenuto a Mazzano, nelle vicinanze dello stabilimento «Italcementi», lungo la vecchia statale 45 bis che collega il lago di Garda con Brescia, era un grande appassionato di motori. E quando ha perso la vita si stava dirigendo verso Brescia in compagnia dell’autista della Honda «S200» che si è ribaltata in un fossato sul lato sinistro della strada.

Alla guida dell’auto c’era Nicola Rossi, un ventiquattrenne residente in città, in via Bettole, ora ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di Neurochirurgia della Poliambulanza.

I due ragazzi condividevano una grande attrazione per le auto, le moto e i go kart, che Rossi guidava da tempo. Forse proprio questa passione è stata la causa dell’incidente di giovedì sera, dovuto in apparenza a un eccesso di sicurezza alla guida di un veicolo potente e sportivo.

Sembra infatti che la spider del ragazzo bresciano abbia imboccato a velocità eccessiva una curva relativamente facile verso destra. L’improvvisa mancanza di aderenza ha causato il dramma, provocando il ribaltamento ripetuto dell’auto che, al termine, ha concluso la sua corsa incontrollabile a cavallo del fossato laterale.

A causa dei violenti urti in successione, il venticinquenne di Serle è stato addirittura sbalzato all’esterno dell’abitacolo. L’esatta dinamica dello schianto, comunque, deve ancora essere definita. E per questo motivo, il funerale della vittima non è ancora stato fissato: la salma resta a disposizione dell’autorità giudiziaria nell’obitorio dell’ospedale civile di Brescia.

Lavorava come meccanico Eros, perchè alla fine era quello il suo mondo: le macchine e le moto, che aveva sempre adorato. Molti amici ed ex compagni di classe all’Istituto d’Arte di Gargnano lo avevano più volte messo in guardia sui rischi che la sua passione comportava, quasi a prevedere un destino che oggi sembra veramente disegnato da una sorte cinica.

Il giovane non aveva terminato il suo percorso didattico, abbandonando la scuola gardesana dopo il quarto anno di studi per dedicarsi prima agli obblighi di leva militare, e poi alla professione di meccanico.

A piangerne la morte restano ora i tanti amici di Serle e Nuvolento: il paese che frequentava abitualmente negli ultimi tempi. Ma soprattutto la madre Giuliana, il padre Armando, la sorella maggiore Eva e il fratello più piccolo Ermes.

Luca Cortini
Da Bresciaoggi
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