Un luogo per la Resistenza
di Ubaldo Vallini

E' stato inaugurato il 25 aprile un nuovo allestimento per il Museo del Folklore e della Resistenza di Pertica Bassa.

«Era il 1972 quando il professor Dimitrije Paramendic, insegnante, pittore e scultore di Belgrado, ci interpellò per dirci che voleva lasciare un segno all'Italia e alla Pertica Bassa, manifestando l'intenzione di contribuire alla nascita di un museo. Lo aprimmo due anni dopo nella sede provvisoria degli scantinati della scuola elementare; nel '77 approdò nella sua sede attuale sopra il municipio. Eravamo giovani, come sono giovani oggi coloro che si sono dati da fare per rimetterlo in sesto».
È toccato ad Alfredo Bonomi, che a quel tempo di Pertica Bassa era sindaco, ripercorrere a grandi linee le tappe che hanno segnato la storia dell'unico museo bresciano dedicato al periodo della Resistenza.
 
Il prof. Paramendic, partigiano slavo, era scappato dal campo di Vestone e sulle montagne della Pertica, dove operavano ed avevano il loro quartier generale i «ribelli per amore» della Brigata Perlasca; fra loro aveva trovato rifugio e sostegno.
Negli anni Settanta la sua intenzione era stata quella di rendere omaggio alla memoria di questi giovani che avevano scelto di vivere da fuggiaschi, a rischio della loro stessa vita, ma anche alla cultura di questi luoghi.
 
Niente di meglio che la ricorrenza del 25 Aprile e del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, quindi, per presentare il recente lavoro di ammodernamento di questo museo.
Per l'occasione, oltre ai rappresentanti delle associazioni d'arma e combattentistiche e partigiane, c'erano il comandante «Toni» (che era il nome di battaglia dell'inossidabile Ennio Doregatti) e gli amministratori della Pertica Bassa, fra cui il sindaco Manuel Bacchetti e l'assessore Francesca Gitti.
Ma non solo.
Alla vernice erano presenti anche alcuni sindaci della zona, il presidente della Comunità montana e uomini di cultura, ma soprattutto tanti comuni cittadini.
 
Tutti per festeggiare la nuova sistemazione del Museo, realizzata grazie all'impegno appassionato di una Commissione «bipartisan» presieduta da Lorena Bacchetti.
«Sono gli stessi documenti che c'erano anche prima, riposizionati lungo un nuovo percorso che li valorizza per quello che sono in grado di raccontarci oggi, scegliendo modalità consone all'approccio didattico, perché sappia parlare alle nuove generazioni»: queste le parole del coordinatore del Sistema museale valsabbino, l'archeologo Marco Baioni.
Baioni ha ricordato che «un museo non è un luogo dove si raccoglie la polvere sugli oggetti, ma un organismo vivo che deve stimolare riflessione, favorire l'incontro e se possibile anche il divertimento».
 
Per il momento il Museo della Resistenza e del Folklore di Pertica Bassa prevede l'apertura al pubblico la prima e la terza domenica di ogni mese dalle 15 alle 18, ma è disponibile ad accogliere scolaresche e gruppi, che possono prenotare telefonando allo 0365-821131.
 
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