Coccodè
di Itu

Le ricette dolci della Pasqua hanno tutte come comune denominatore le uova, le galline collaborano con passione.

Le galline annunciano il loro regalo di Pasqua, per tutto lo stivale nei pollai si ripete l’affollamento frenetico di chiocce indaffarate a covare, le uova rotolano a fiumi in questi giorni.
Si capisce che nel tempo la penitenza quaresimale ha ispirato le donne in millenarie ricette che nel giallo tuorlo si imbevono di profumi di primavera.
 
Io sento il profumo di anice che si sprigiona dalla schiacciate di Pasqua, dolci della tradizione che schiacciati non sono ed anzi somigliano a panettoni .
Nella mia infanzia assaggiare questo dolce era uno struggimento di bontà , i racconti di mia zia me lo facevano amare di quella sostanza tutta femminile che si ritirava nella settimana santa nelle cucine più spaziose a lievitare più volte l’impasto e a cuocere nei forni in quantità per tutte le famiglia del paese.
 
Gli uomini scappavano indiavolati dall’apprensione del lavoro e affaticati dalle diete penitenziali con relativi dinieghi alle affettuosità muliebri.
La tensione crescente sfumava solo usciti dal portone della chiesa la domenica di Pasqua, lo scampanio di festa il segnale per correre a casa a consumare il banchetto preparato da giorni.
 
Ma in tutta Italia la pasta con tante uova ha ispirato le ricette dei dolci di Pasqua ed in ognuno rimane imprigionato quell’ingrediente che sa di primavera, di nascita, di nuovo, di buono.
Soltanto qualche defilato panettiere qui in valle ancora propone lo scalitù, la ricetta è segreta e controversa come tutte le ricette di cui si è più gelosi e la versione originale prevede uno sversamento al colesterolo che da solo farcisce le arterie prima ancora di assaggiarlo.
Ma nel tempo passato si sapeva quando e come meritarsi certe prelibatezze!
 
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