Padre Toffari: «Serve la certezza del diritto»
di Cesare Fumana

Gioved sera si svolto a Vobarno un confronto fra politici di diversi partiti sulla lettera pastorale del vescovo di Brescia sull’immigrazione, con la conclusione affidata al direttore dell’Ufficio migranti della Curia.

 

Una delle tappe di presentazione della lettera pastorale del vescovo Luciano Monari sulla pastorale per gli immigrati si è tenuta giovedì sera nel Centro sociale parrocchiale di Vobarno.
Il tema della serata era “La responsabilità politica dei cattolici” e a discuterne sono stati chiamati tre esponenti cattolici di altrettante formazioni politiche, impegnati a diversi livelli anche in ambito amministrativo: la consigliera regionale Margherita Peroni del Pdl, l’assessore provinciale Diego Peli della Lega Nord, il segretario provinciale del Pd Pietro Bisinella, sindaco di Leno.

Il dibattito, moderato da don Adriano Bianchi, direttore del settimanale diocesano “La Voce del Popolo”, è stato preceduto dalla presentazione di alcuni dati sulla presenza degli immigrati nei paesi della Valle Sabbia, a cura della giornalista Nicoletta Tonoli.
Gli immigrati in valle risultano essere il 12% della popolazione, in linea con la media provinciale. Naturalmente la distribuzione è diversa nei diversi comuni: maggiore nei grossi centri del fondovalle e nella bassa valle (Villanuova e Sabbio Chiese 13%, Gavardo 14% Vestone 15% Vobarno e Casto 17%, Odolo 22%), inferiore nei piccoli centri e nell’alta valle (Bagolino 2,74%, Idro 8%, Capovalle e Serle il 4%, Pertica Alta 3,24%). I paesi di provenienza vedono al primo posto il Marocco, seguiti dalla Romania e dai paesi dell’Africa sub sahariana, Senegal e Burchina Faso in particolare, concentrati principalmente a Gavardo e Vobarno. Fra le curiosità a Bione il primo paese di provenienza degli stranieri è il Pachistan e a Treviso Bresciani è l'India.
Alta è la percentuale di minori, con una presenza crescente dei bambini in età prescolare: si va dal 24% di Villanuova al 28% di Gavardo, fino al 54% in quel di Odolo.

Prendendo spunto dalla lettera del vescovo e in particolare il capitolo “La responsabilità politica dei cristiani e l’immigrazione”, tema della serata, i politici presenti sono stati invitati a esprimere la loro opinione in merito ai temi sollevati da mons. Monari, quali il lavoro, il permesso di soggiorno, la cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia, i ricongiungi familiari, la discriminazione.
Ne è emersa una sensibilità di fondo comune (rara di questi tempi a livello più alto su questo tema così scottante), su un problema complesso che va governato. Naturalmente con accenti diversi. Peli ha insistito molto sul legame fra immigrazione e lavoro, chiamando in causa anche la responsabilità dei datori di lavoro; Peroni ha evidenziato l’importanza della scuola nell’integrazione; Bisinella ha sottolineato la necessità di un approccio razionale, evitando gli estremismi da una parte e dall’altra, di chi vorrebbe accogliere tutti e di chi vorrebbe alzare i muri.

Interessante la conclusione affidata a Padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio migranti della Curia, assurto alla cronache come mediatore nei giorni della protesta degli immigrati sulla gru a Brescia.
Per il missionario Scalabriniano serve una legge europea che regoli il fenomeno, e per quanto riguarda le leggi italiane c’è la necessità della certezza del diritto: «Le sanatorie sono deleterie – accusa il sacerdote – perché passa l’idea che in Italia si può andare, tanto prima poi una regolamentazione viene fatta».
Su questi temi ha evidenziato il ritardo della politica e la mancanza di regole certe e di fermezza, portando come esempio la Germania. «Ciò consentirebbe agli immigrati – ha affermato padre Mario – di entrare da cittadini in un popolo, perché dobbiamo essere consapevoli che immigrati e italiani diventeranno un unico popolo».
Infine, si è posto alcune domande: «L’unica cosa certa è che non c’è una regola per quanto riguarda l’immigrazione. Chi avrebbe pensato cinquant’anni fa che le nostre valli bresciane sarebbe diventate luogo d’immigrazione, quando all’epoca la nostra gente emigrava in Svizzera, in Germania o in America per trovare lavoro? Chi ci dice che nei prossimi anni i paesi del Nord Africa ricchi di petrolio e di turismo non si mettano d’accordo fra loro per uno sviluppo magari a scapito nostro?».

In foto padre Mario Toffari

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