Prendersi cura
di Itu

Riconoscere in ogni manifestazione della vita la propria forza ed il proprio diritto č la base di incontro e pace tra culture diverse.

 
Sto leggendo il libro di Federico Rampini “La speranza indiana”, sto cercando di capire perché il paese che nella mia infanzia era considerato uno dei più poveri della terra e dove impallidivano perfino i tesori dei maraja sia diventato l’esplosione di una economia che brilla forte e chiara.
 
E’ naturale che un paese così grande adesso viva la crisi delle possibili mafie visto il dispiegarsi delle potenti forze in atto, hanno però dalla loro una lucida percezione di come attuare la democrazia, hanno forze giovani molto preparate e che non vogliono dimenticare le sofferenze delle divisioni di casta e sono temprati dalle lotte intestine di secoli di diverse religioni in opposizione.
Vogliono andare oltre, si stringono per mano ed hanno dalla loro la visione giovane che a noi ormai manca.
 
Sono rimasta colpita dalla considerazione di secoli attraversati nel profondo rispetto della vita, l’anima che si rivela in ogni essere pulsante che chiede all’universo intero di essere protetta e curata.
Un viaggiatore  del tempo passato notifica di un maestro indu che in un ospedale per piccoli animali ammalati nutre un piccolo topo facendo scorrere gocce di latte da una piuma di uccello nella bocca del piccolo.
 
Quanto profondo amore ed empatia sento attraversare le dita che tengono il fragile corpo e che si prodigano nella pazienza, nell’attesa e nella speranza condivisa con l’animale.
Nella nostra cultura dove abbiamo dimenticato questi teneri rapporti ci siamo persi la cura profonda e duratura nei confronti di chi ci appare piĂą debole, ci stiamo incancrenendo e portando la morte a vessillo di tutte le nostre paure.
 
Nella cultura indiana che è consapevole della temporaneità del nostro corpo che vive e condivide uno spazio-tempo relativamente breve e sufficiente nell’esprimersi, tutto scorre in corale sintonia, niente si stanca di ripetersi e perpretarsi come nello scorrere del loro fiume sacro Gange.
Con questo non voglio contrapporre religioni diverse, va bene anche quella che vige in Italia se a qualcuno aiuta nel suo percorso spirituale, quello che mi piacerebbe ritrovare è quel fondamento che commuove un uomo a nutrire un piccolo animale ferito, a curare la vita nel suo manifestarsi semplicemente perché in quel momento è.
 
Poi che una cultura prenda il sopravvento a seconda delle fortune del momento è un piccolo particolare.
 
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