Ricomincia la disfida del lago
Dopo la tregua facilitata dalla pioggia degli ultimi giorni, la battaglia tra associazioni agricole e valsabbini in merito all’utilizzo dell’acqua dell’Eridio (e sulla riapertura del canale Enel di Idro) riprende.

Dopo la tregua facilitata dalla pioggia degli ultimi giorni, la battaglia tra associazioni agricole e valsabbini in merito all’utilizzo dell’acqua dell’Eridio (e sulla riapertura del canale Enel di Idro) riprende.

Venerdì, tutte le parti in causa (agricoltori, comuni rivieraschi, Comunità montana, Enel e Registro italiano dighe) si incontreranno davanti al prefetto Francesco Paolo Tronca, che tenterà di mediare una soluzione.

L’obiettivo è evitare lo scontro fisico tra i residenti che da giorni presidiano il canale Enel di Idro (impedendo di fatto all’azienda elettrica di togliere lo sbarramento che blocca lo svaso idrico) e i coltivatori che chiedono acqua per il loro mais.

Per ora è saltata l’annunciata manifestazione agricola. «Siamo soddisfatti per il fatto che il prefetto ha accolto le nostre preoccupazioni tentando una mediazione tra le parti - spiega Giovanni Trerotola, direttore dell’Unione provinciale agricoltori -: gli spiegheremo le nostre ragioni, ricordandogli l’estrema necessità d’acqua per la sopravvivenza di 55 mila ettari di colture. Acqua che del resto nel lago abbonda, visto che grazie all’impegno di tutti è stato portato a 369 metri sul livello del mare. Chiederemo quindi che venga fatta rispettare l’ordinanza della Regione, che chiede all’Enel l’apertura immediata del canale».

Posizioni ferme anche in Coldiretti: «Confidiamo nel ruolo istituzionale del prefetto - spiega il direttore Floriano Luciano - affinché si arrivi a una soluzione rapida. La stagione irrigua è alle porte».

Intanto, va ricordato che a fine aprile la Regione (direzione generale Servizi idrici e pubblica utilità) ha emesso un’ordinanza con la quale impone all’Enel di aprire l’invaso rimasto chiuso fino al 30 per lavori manutenzione. Ordinanza che di fatto annullerebbe quella precedentemente emessa dal sindaco di Idro, Augusta Salvaterra, che invece obbliga l’azienda a lasciare intatto lo sbarramento.

Poi i comuni rivieraschi e la Comunità montana sono andati oltre: hanno sottoscritto un accordo di programma per realizzare una cerniera di cemento lunga 45 metri e larga 8 che ricolleghi le due spiagge di Idro, chiudendo del tutto l’attuale invaso.
Il ripristino della riva del lago avverrebbe a quota 367,40 slm, garantendo il deflusso minimo vitale e tutelando il bacino lacustre dal punto di vista biologico e paesaggistico.

Pietro Gorlani
Da Bresciaoggi
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