Giro d'Europa ...senza ferie
di red.

Ogni domenica, lasciava la moto in aeroporto e tornava a casa con un volo low cost. Per ripartire di là il venerdì seguente e percorrere un'altra tappa del suo viaggio.

 
Si può visitare un continente intero senza smettere di andare a lavorare ogni lunedì mattina e senza spendere un patrimonio?
Si possono scoprire angoli nascosti, strade provinciali, paesini e grandi città senza dover per forza aspettare l'arrivo delle agognate "ferie d'agosto"?
La risposta è sì, si può: percorrendo con mezzo privato o noleggiato la distanza che separa la città scelta per l'arrivo, il venerdì, da quella della partenza, la domenica.
Bisogna però invertire il senso del concetto "volo di andata e ritorno" con quello del "volo di ritorno e andata".
 
Si parte la domenica sera da una città appena raggiunta con mezzo privato o noleggiato e vi si ritorna il venerdì successivo, dopo aver completato la settimana di lavoro, per ripartire alla volta della meta del seguente volo.
L'idea è abbastanza semplice, ma non tanto da essere diventata una modalità di viaggio mainstream.
È venuta in mente l'anno scorso a Miquel Silvestre, un notaio, scrittore e motorista globetrotter spagnolo di 42 anni, che è riuscito a diffondere la sua avventura descrivendo ogni mese i suoi viaggi nella rivista di bordo della compagnia lowcost Vueling.

Come funziona.
"E' un nuovo modo di concepire il mini-viaggio del fine settimana", dice Silvestre. Dopo aver fatto il giro del mondo in moto in un anno sabbatico, descritto e illustrato in un libro recentemente pubblicato, Miquel si è sentito letteralmente ingabbiato al suo ritorno al lavoro a Barcellona. Ma non aveva più giorni di vacanza a disposizione e ha pensato di continuare a viaggiare solamente nei fine settimana, senza fermarsi mai.
 
L'itinerario.
A fine maggio Miquel è partito con la sua moto (la ormai famosa "Jakie", un maxienduro Bmw R 1200 GS) dalla capitale catalana, un venerdì mattina.
È arrivato a Zurigo la domenica successiva, fermandosi a Montpellier e a Grenoble, e visitando il parco regionale del Vercors.
Ha parcheggiato "Jakie" nell'aeroporto svizzero e ha preso il suo primo volo di "andata" per Barcellona. Il venerdì successivo è tornato a Zurigo, ha percorso la Svizzera, il Liechtenstein e parte dell'Austria, per ripartire la domenica da Vienna. Il weekend seguente è stato a Budapest e Praga, e questa volta l'ha accompagnato anche la madre sessantacinquenne: "Si è comportata molto meglio di quanto mi aspettassi", raccontava nel numero di dicembre della rivista Ling.
 
Quando da Barcellona è ripartito in aereo alla volta di Praga aveva già accumulato qualche giorno di vacanza: ha visitato Dresda, Berlino e Hannover.
Era ad Amsterdam a metà luglio, dove ha visto la sua nazionale vincere i Mondiali contro le furie arancioni. Prima della fine di settembre aveva già completato l'otto simbolico per l'Europa scendendo dall'Olanda e passando per Parigi, Monaco di Baviera, Venezia, Dubrovnik, i Balcani e l'Albania. Ha attraversato in traghetto l'Adriatico fino a Bari e continuato il tour verso la Campania, la Calabria e la Sicilia.
Da Palermo ha raggiunto Tunisi via mare, per caricare infine la moto su un'altra nave diretta a Marsiglia. Si trovava a soli 500 km da Barcellona: meta finale o punto di partenza per il prossimo viaggio-lampo, dipende dai punti di vista.


Gli emuli.

E ora ci sono un bel po' di passeggeri che, dopo aver letto i suoi racconti, hanno deciso di copiare il modello.

Marta Carrasco, per esempio, catalana residente in Svizzera da qualche anno. Sta completando il giro della Spagna in moto a tappe: due città ogni fine settimana. Ha pubblicato alcune foto della sua impresa online e gli aficionados si stanno ulteriormente moltiplicando.
Un altro è Bernardo Lauza, di Madrid, che ha in programma un viaggio simile per la prossima primavera e ha già iniziato a raccontare i preparativi in un blog.
 
Tratto da un articolo di Claudia Cucchiarato su Repubblica.it
 
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