La stravaganza della vita
di Itu

Divagazioni sulle dolorose dinamiche di famiglia intorno al Natale.

 
Non so se per alcuni di voi succede di attraversare ancora i sentieri tortuosi di incomprensione con genitori ormai più che anziani e rancorosi nei confronti della vita.
Io mi trovo in quei frangenti nei giorni spinosi del Natale in un cumulo represso di aspettative visto che di fatto viviamo lontani.
 
Così la comunicazione già piuttosto svilita si snoda dolorosa sulle cose non fatte, sembra che tutto ruoti sulle scelte del passato e che niente trovi sbocco nella compassione e nella tenerezza di quel che rimane.
Allora suggerisco a mia madre di scriversi una lunga lista di quelle cose che avrebbe potuto realizzare esclusa la famiglia che ha solo interrotto tutti i suoi progetti più intelligenti.
 
Ma posso farla anch’io questa lista e partire sulla giostra che spara in aria tutte le illusioni.
Avrei potuto studiare in scuole prestigiose e frequentare concerti , avrei potuto leggere di più e viaggiato in lungo e largo il mondo, abiterei una casa che è a misura di quel che mi piace e nel luogo dei miei sogni, frequenterei amici che rassicurano i miei perché ma io so che niente di tutto questo è conciliabile con quel che di fatto ho scelto: ogni giorno la mia nuova famiglia mi ha messo alla prova e vivo la vita da precaria ma so che è l’unica vita che voglio.
 
Certo che è faticoso mantenere i passi, ma le trombe delle illusioni rompono le responsabilità che siamo chiamati ad assumere.
E’ solo questione di vecchiaia o desiderio da Conte Ugolino di fagocitare il figlio?
 
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