La coppia, l’arte di comunicare
La comunicazione alla base del buon rapporto di coppia. Il dialogo va cercato, persino provocato. quanto ha affermato la dott.ssa Pelamatti nel terzo incontro di “Genitori in cammino”.

Una relazione ben strutturata, di alto profilo, quella proposta martedì 23 novembre dalla dott.ssa Lucia Pelamatti, al terzo incontro di “Genitori in cammino”, promosso dall’Age di Gavardo, che aveva per titolo “L’arte di intendersi nella coppia. Per una comunicazione chiara, efficace ed incisiva”.
La relatrice ha assunto, a tratti, il ruolo di professore in cattedra davanti a una platea attenta di persone di ambo i sessi che hanno potuto riflettere sul proprio ruolo di partner prima ancora di essere genitori e/o educatori.

“La comunicazione è alla base del buon rapporto di coppia! Il dialogo va cercato, persino provocato! – ha ammonito la dott.ssa Pelamatti –. “Ogni sera ci si dovrebbe concedere uno spazio di almeno cinque minuti per potersi raccontare, per far affiorare le proprie emozioni ed esplicitarle in parole, certi di incontrare un ascolto profondo da parte del partner. Questo aspetto è parte dell’intimità della coppia, che unitamente alla passione ed alla progettualità sono i tre requisiti fondamentali di una buona relazione a due. Ciò nonostante percepiamo che le parole sono spesso sterili, vuote, limitate: noi affidiamo alle parole i nostri sentimenti di dolore o di gioia, ma ci accorgiamo che questi risultano semplificati o banalizzati. In situazioni di stress, poi, travolgiamo l’altro in un vortice di parole pesanti, cariche di rabbia scatenando reazioni negative all’infinito. In questi frangenti se apprendessimo a fare da specchio alle reazioni dell’altro, ad entrare nel suo mondo emozionale riusciremmo a salvaguardarci da conflitti distruttivi”.

“Le parole – prosegue la relatrice – hanno inoltre una valenza suggestiva diversa su chi ascolta: parole che indicano negatività o problematicità hanno un impatto forte sull’interlocutore, meglio sostituirle con parole che richiamano una situazione meno critica e più fluida, in continuo progresso. Nella comunicazione è auspicabile non adottare gli stati mentali tipici del “genitore negativo” che sempre critica o risulta opprimente, né lo stato mentale del “bambino” con eccessi infantili e egocentrismi, ma assumere lo stato mentale dell’“adulto dove l’etica è l’elemento vincente unitamente alla forza della testimonianza e della moralità”.

La relatrice ha affermato che livelli culturali diversi, la diversa età, i diversi ambienti di provenienza nonché cause consce o inconsce dell’individuo possono scatenare l’incomunicabilità all’interno della coppia, ad esempio, e soprattutto, quando questa è alle prese con l’educazione dei figli. Se nella coppia i partner sono simili la condivisione è un traguardo più facile. Gli esperti concordano, tuttavia, nell’affermare che una coppia che vive di condivisione spontanea non è paragonabile in termine di ricchezza ed accrescimento personale rispetto al percorso di una coppia che parte da una situazione di disagio e malessere. Il soffermarsi sul problema, il mettersi in discussione pone in atto un processo di maturazione tale da superare l’incomunicabilità giungendo ad uno stato di ricchezza piena e profonda.

Conclude infine esortando i presenti a sforzasi a parlare in coppia o della coppia al plurale, usando il pronome “noi” ed eliminando l’“io”: Il “noi”, evidenzia la dott.ssa Pelamatti, crea appartenenza e spinge verso uno spirito di solidarietà fra i partner dando vita all’armonia di coppia nonché ad una convivenza costruttiva.

Genitori in Cammino da appuntamento per il prossimo incontro a mercoledì 12 gennaio che vedrà come relatore il dott. Valerio Fasani. Tema della serata: “Il legame originario: l’educazione all’affettività e alla sessualità negli adolescenti”.

In foto la dott.ssa Lucia Pelamatti e la platea

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