Sequestri in casa del roccolatore
Gli agenti della stazione del corpo forestale dello Stato di Gavardo è intervenuta a Serse dove ha sequestrato reti, trappole e fauna protetta.

La stagione di caccia è iniziata da tempo, e quella del bracconaggio sembra non chiudersi mai. Proponendo anche con una certa frequenza interrogativi sull'effettivo confine tra attività legali e pratiche fuorilegge. Come nel caso di un episodio recentissimo che ha visto protagonisti, a Serle, gli agenti della stazione del corpo forestale dello Stato di Gavardo, intervenuti su segnalazione dei volontari del «Cabs» (Committee against bird slaughter), una organizzazione con base a Bonn che organizza campi antibracconaggio internazionali per la protezione degli uccelli in tutta Europa, e della Lac.

Nei giorni scorsi, i forestali gavardesi hanno fatto una trasferta nel paese dell'altopiano per verificare una segnalazione rivelatasi più che fondata: nel giardino recintato di una abitazione di via Panoramica erano in funzione due reti da uccellagione e una ventina di «sep», le ormai diffusissime microtagliole per la cattura degli uccelli insettivori, che il bracconiere di turno aveva fissato a un supporto avvitandole nel tronco degli alberi.

A quel punto gli agenti si sono fatti aprire, scoprendo che all'interno della stessa proprietà c'era pure una voliera contenente numerosi uccelli di specie cacciabili ma anche due esemplari vietati: un crociere e una passera scopaiola. E per finire, nel congelatore c'erano una cinquantina di volatili protetti morti. Chi era il «titolare» di trappole e animali tutelati? La responsabilità se l'è presa una donna: la moglie di un serlese che per conto della Provincia gestisce un impianto autorizzato per la cattura degli uccelli sul monte Tesio, nel territorio di Gavardo; un roccolatore che quando si è ripresentato a casa ha detto di non sapere nulla di reti e trappole piazzate nel giardino di un'abitazione (condivisa con moglie e figli) nella quale vive. Gli uccelli cacciabili nella voliera sono stati giustificati con l'attività di allevatore svolta dall'uomo. Nessuna spiegazione, invece, per quelli protetti vivi e morti.
Da Bresciaoggi

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